Molti di voi sono presenti sui social media e commentano liberamente le notizie di attualità, oltre ad esprimere la propria opinione sulle aziende, sui prodotti o sui servizi a cui siete esposti quotidianamente. La domanda è la seguente: il fatto di fare un commento negativo su un’azienda, che vi ha venduto un bene o un servizio, rientra nella vostra responsabilità civile e quindi rischiate di pagare i danni alla società in questione? Ci sono una serie di sentenze dei tribunali del Quebec, e anche della Corte Suprema, su questo tema.
In particolare, esistono dei precedenti in cui una persona ha pubblicato dei commenti offensivi e ingiuriosi sulla pagina di una compagnia, in riferimento ai servizi offerti. I tribunali sono dell’idea che una persona possa certamente esprimere tutta la sua insoddisfazione, ma anche che questa debba essere espressa in maniera “neutra”. Cosa significa “neutra”? Significa che un individuo non può dare libero sfogo al suo pensiero; e poi dire che non si è reso conto che, così facendo, stava causando un torto alla società a cui era rivolto il commento.
Tenendo presente che non è semplicemente scrivendo qualcosa di diffamatorio che una persona sia costretta a pagare i danni.
È ugualmente responsabile quando pubblica foto, disegni o carica un video che può sembrare divertente, ma che può essere considerato offensivo al punto di danneggiare la reputazione dell’azienda in questione.
C’è poi un altro elemento importante da considerare. Molte persone diranno che il messaggio che pubblichiamo è vero e quindi abbiamo il diritto di pubblicarlo. Bisogna sapere che quando pubblichiamo affermazioni che sono anche vere, ma che in realtà sono destinate a danneggiare, ad esempio, la reputazione di un’altra persona, possono essere considerate diffamatorie e costituire un reato civile, che comporta l’obbligo di pagare i danni.
Una cosa è certa: se le affermazioni che vengono fatte sono false, ad esempio quando una persona dice che il bene che gli è stato consegnato non era della qualità che gli era stata garantita, questo denoterà abbastanza rapidamente l’intenzione di recare un danno.
D’altra parte, l’intenzione di nuocere può verificarsi anche quando il discorso è vero, ma manca l’appropriata contestualizzazione. Ad esempio, se si scrive che un prodotto è stato consegnato in ritardo, ma si omette di precisare che ciò è successo a causa di una tempesta di neve, il commento inganna il lettore e può anche tirare in ballo la responsabilità civile di chi lo ha scritto.
Cosa c’è da imparare dalle sentenze dei tribunali? Vi faccio un esempio.
Una studentessa si iscrive alla Scuola Guida. L’istruttore le chiede il numero di cellulare. Dopo la lezione, questo cerca di contattarla tre volte. La studentessa pubblica un post sulla pagina Facebook della Scuola Guida, denunciando il tentativo dell’istruttore di contattarla in maniera reiterata. Al processo, scopriamo che l’istruttore cercava di contattarla per cambiare la data della lezione successiva. È ovvio che la reazione della studentessa ha avuto l’effetto di sottintendere che l’istruttore avesse cattive intenzioni.
Come si può vedere, benché fosse vero che l’istruttore avesse cercato di contattarla tre volte, è stato fuorviante lasciare intendere che l’avesse fatto per secondi fini.
Quando lasciate un commento su Facebook, bisogna considerare che state parlando con diverse persone e che queste informazioni possono essere trasmesse a molte altre; quindi bisogna assicurarsi di dire sempre la verità e di non creare situazioni in cui lasciamo intendere di dire cose vere, quando invece sono frutto di interpretazioni che non corrispondono alla realtà, causando danni a terzi.
*avvocato