Fabrizio Corona parla nell’aula del processo a suo carico per intestazione fittizia di beni. L’ex fotografo dei Vip viene interrogato dal pm Alessandra Dolci e parla di come ha accumulato i soldi, in particolare 1,8 mln di euro, trovati in sacchi nascosti in un controsoffitto della casa della sua collaboratrice Francesca Persi, oltre a circa 800.000 euro in depositi in Austria.
Le somme in nero che aveva accumulato negli anni dopo la sua ‘prima’ uscita dal carcere, Corona dice di averli custoditi in cassette di sicurezza a Milano intestati ad un’amica la cui identità tiene nascosta. Sono somme che aveva accumulate da lavori, serate e contratti pagati in nero.
Nel 2012 “quando il carcere si era fatto imminente” in vista di un’udienza sul calcolo della pena totale ‘collezionata’ dall’ex fotografo dei vip, quelle somme cominciano a ‘scottare’ anche per Corona che così decide di nasconderle. Per questo, riferisce l’imputato in aula “sono andato a prenderli dalle cassette di sicurezza, li ho messi in sacchi neri della spazzatura chiusi con adesivi di color marrone e li ho consegnati a Francesca Persi di cui mi fidavo, che conosco da 15 anni e che so che non avrebbe toccato nemmeno un euro”. Contanti trovati in un controsoffitto.
Quei soldi “vengono tutti da serate, campagne e lavoro e li ho fatti tra il 2008 e il 2012” e, in particolare, “nel 2009, quando con Belen Rodriguez siamo diventati una coppia mediatica eccezionale, come Bonnie e Clyde eravamo, tutto quello che toccavamo diventava oro, guadagnavamo cifre folli”.
L’ex ‘re dei paparazzi’ ha ribadito la sua linea di difesa, ossia che tutti quei soldi (altri quasi 900 mila euro sono stati sequestrati in Austria) erano ‘nero’ frutto del suo lavoro. “Quel ‘nero’ che ho chiesto a Francesca Persi (collaboratrice e imputata) di murare prima di finire in carcere”, ha spiegato. E ancora: “La Dda sperava che ci fossero 500 kg di cocaina in quel controsoffitto e invece c’erano semplicemente soldi”.
Corona, nel corso della prima parte del suo interrogatorio, se l’e’ presa con alcuni articoli di stampa ma anche con il pm del caso ‘Vallettopoli’ Henry John Woodcock, tanto che il giudice Guido Salvini e’ dovuto intervenire dicendogli di “non polemizzare ed evitare toni da comizio”. Ha raccontato, poi, che il ‘nero’ “non lo dichiaravo, venivo da un momento difficile dopo il primo arresto, lo raccoglievo e lo mettevo in tre cassette di sicurezza, due intestate ad una mia amica di cui non voglio fare il nome”.
Un racconto intercalato anche da passaggi come “se non mi avessero arrestato, io con la ‘voluntary disclosure’ di Renzi avrei fatto rientrare dall’estero tutti i soldi e ci avrei pagato le tasse” e “potevo fare come Tulliani a Dubai e fare la bella vita, invece di consegnarmi agli agenti dopo la fuga in Portogallo”, dopo la prima condanna definitiva nel 2013.
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