Le esportazioni di prodotti alimentari Made in Italy, fanno segnare un forte balzo con un aumento che va dal 29% sia in Usa che in Cina, fino al 9,7% nei Paesi dell’Unione Europea. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi all’andamento del commercio estero a giugno.
Con l’inizio di Expo si e’ registrato un aumento della domanda di prodotti alimentari italiani all’estero, che gia’ a maggio andava dal +29,3% in Usa al +57% in Cina, ma risultati estremamente positivi si erano avuti anche nello stagnante mercato dell’Unione Europea con un incremento del 5%. A livello globale, le esportazioni agroalimentari Made in Italy nei due primi mesi di Expo (maggio e giugno) hanno fatto registrare – sottolinea la Coldiretti – un aumento record del 7% per effetto della ripresa economica, del tasso di cambio piu’ favorevole, ma certamente anche per l’impulso positivo dell’Esposizione universale. Un risultato ancora piu’ incoraggiante se si considera il crollo delle spedizioni verso la Russia, a seguito dell’embargo che ha colpito importanti comparti dell’agroalimentare, comportando un cedimento del 26,9% a giugno e del 36% del valore delle esportazioni a maggio.
Il prodotto dell’agroalimentare piu’ esportato dall’Italia nel mondo – riferisce la Coldiretti – e’ il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva. I due terzi del fatturato si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy va forte anche negli Usa che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario. "Con questi risultati sul commercio estero l’agroalimentare, insieme al turismo, e’ probabilmente il settore che piu’ di altri sta beneficiando dell’effetto traino dell’Esposizione Universale", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "si tratta di una occasione unica per dare la possibilita’ ai consumatori stranieri di mettere a confronto i prodotti originali con i troppi tarocchi che circolano in molti Paesi".
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