Mario Adinolfi è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus. Sulla festa della donna: “Stamattina sono stato rimproverato per non aver portato la mimosa a moglie e figlia, essendo io contornato da donne. Non ho una particolare passione per l’otto marzo e per la mimosa. Lo sciopero delle donne, poi, è una stupidaggine evidente contro le donne, che oggi saranno in estrema difficoltà proprio per via dello sciopero. Una totale follia, una cosa senza senso”.
Adinolfi, poi, è tornato alla carica parlando nuovamente di nazismo in merito all’eutanasia: “Ho scritto ‘nazisti eccome’, ho cercato di argomentare la mia posizione. In questo momento nel mondo c’è una storia tremenda in Gran Bretagna di una coppia di trentenni che ha un bambino in forte condizione di disabilità che i medici vorrebbero sopprimere. Una cosa simile accade a Marsiglia, dove i medici in contrasto con la volontà dei genitori vorrebbero sopprimere una bambina. Quando ho palato di nazismo mi hanno risposto che il paragone non sta in piedi perché i nazisti sopprimevano i disabili a loro insaputa, mentre nella libera democrazia si dovrebbero sopprimere le persone che lo chiedono. Sto dimostrando con dati di fatto che non è così. Quei due bambini non possono decidere, sono con la spada di Damocle di questa pena di morte sulla testa. E anche Fabiano è morto contro il volere della madre, che non voleva l’eutanasia. La famiglia è l’ultimo baluardo contro un qualcosa che ci vuole far sembrare un diritto ciò che in realtà è la scelta del nulla. Perché come ha detto Zagrebelsky il diritto a morire non esiste. Basta studiare i dati: Belgio, Olanda e Svizzera insieme hanno già fatto molti più morti di Aktion T4, il programma nazista di eutanasia”.
Adinolfi su questo tema è un fiume in piena: “Molto spesso le soppressioni avvengono a danno e a insaputa delle persone che vengono soppresse e non a caso le leggi sull’eutanasia nascono in contesti di Stati totalitari. L’Italia ha un ordinamento giuridico estremamente più avanzato rispetto a quello che dovrebbe piovere dal nord Europa e questo ordinamento giuridico dovremmo difenderlo. Mentre in Belgio se una ragazza depressa chiede il suicidio le si pratica il suicidio di Stato, in Italia capita, come è successo a Roma qualche giorno fa, che se un ragazzo depresso tenta di buttarsi nel Tevere si mobilitano tutti, tra automobilisti e medici, per evitare che si uccida, scatenando un pandemonio, bloccando il traffico, facendo tutto per fare in modo che quella vita sia salvata. La normativa belga è una normativa nazista, che ti prende e ti sopprime quando invece ti deve salvare”.
Sullo spot gay friendly della Coca Cola: “Ormai è una tassa obbligatoria, ogni azienda deve pagare il pizzo alle associazioni LGBT”.
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