Matteo Renzi, intervistato dal Giornale, afferma di non temere una forte affermazione di Grillo dal voto di domenica: "Il suo era il primo partito, alle scorse elezioni. Se gli italiani voteranno con cuore e testa e non con la pancia, lunedì non lo sarà più. È uno straordinario professionista della comunicazione, dice cose opposte a seconda della piazza che ha davanti. A Torino sta con i NoTav, a Roma coi carabinieri. A Firenze con Berlinguer, in periferia con Casa Pound: è il primo leader il cui programma dipende più dal Tom tom che dalle idee. Ma mi ostino a credere che ci sia un’Italia stanca di insulti e odi reciproci. Punto a quell’Italia: non mi importa cosa ha votato in passato, non ho la puzza al naso tipica di chi vede nell’altro il nemico. Per me chi ha votato Grillo o Berlusconi è un cittadino da conquistare con le nostre proposte, e spero che siano tanti. E’ solo che oggi chi vuole un’Italia che conti in Europa deve votare Pd".
Sulle contestazioni ricevute dai dipendenti Rai, insieme ai grillini, dice: "E’ divertente vedere gli incendiari grillini trasformarsi in pompieri, a braccetto con l’Usigrai. Io chiedo voti anche per smontare quei pezzi di potere. Sottoporre la Rai alla spending review è un fatto di giustizia sociale. Ma vedendo le reazioni mi sono convinto che sia necessario e urgente dare un altro assetto al servizio pubblico. Come? Lo saprete presto".
Renzi rivendica il lavoro svolto dal suo governo nei primi 80 giorni: “Il provvedimento sul lavoro, gli 80 euro, la legge elettorale approvata dalla Camera, il decreto Cultura che apre ai finanziamenti privati, la riforma della Pubblica amministrazione e del Terzo settore. Abbiamo rivoluzionato tempi e modi di governo, messo metà donne ovunque, rinnovato i vertici delle aziende pubbliche. Si poteva fare meglio? Di sicuro. Ma sfido chiunque a fare altrettanto".
A proposito dell’uomo di Arcore: “A Berlusconi va riconosciuta l’ennesima campagna elettorale da vero combattente: i sondaggi lo danno poco sotto un anno fa, e senza Ncd. Quest’anno ha subito una scissione, una condanna, la decadenza, i servizi sociali, ha fatto cadere un governo. Ne ha fatte e subite di tutti i colori ed è ancora lì: onore al merito".
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