La campagna elettorale sta diventando un "derby tra rabbia e speranza, tra chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa che l’Italia ce la possa fare. Prima c’erano i falchi e le colombe, ora ci sono i gufi e gli sciacalli che si buttano su qualsiasi evento in Italia per sottolineare che non ce la faremo mai". Lo ha detto Matteo Renzi, parlando alla direzione nazionale del Pd della campagna elettorale in vista delle elezioni europee ed amministrative.
Lo "sforzo del Pd – ha aggiunto il premier – è quello di indicare chiaramente l’orizzonte. Loro sono la rabbia, noi la speranza". "Mancano 20 giorni al passaggio elettorale e il Pd deve avere il coraggio, la forza e la voglia di scegliere il luogo nel quale vincere le elezioni e questo luogo è la piazza. Non vorrei che commettessimo un errore di timidezza, un passaggio che vede nel Pd il punto di riferimento più forte che c’è", sottolinea il premier, aggiungendo che sarà nelle piazze che "racconteremo le nostre idee".
"Chiuderò la campagna elettorale tra Bari e Firenze e in tutti e due i casi andiamo in piazza" ha annunciato Renzi, chiedendo a tutto il partito la "presenza sul territorio in modo convinto" nei Comuni. Il prossimo 17 e 18 maggio ci sarà una "straordinaria mobilitazione del Pd in tutte le città con 10 mila banchetti non solo nei Comuni delle amministrative, ma anche dove si vota solo per le europee". "Saremo presenti – ha spiegato il presidente del Consiglio – senza paura e timidezza". "Alle elezioni europee dobbiamo cambiare il tono alla discussione, perché oggi la discussione non è per niente sull’Europa" afferma Renzi sottolineando che tra i partiti in campo "la differenza è tra chi urla e chi prova a cambiare davvero, come fa il Pse. Noi – aggiunge – vogliamo essere dentro il Pse la delegazione italiana più forte".
Poi l’affondo su Grillo: Renzi sottolinea che "è andato a Piombino a fare lo sciacallo su una fabbrica che chiude", aggiungendo che "l’ultimo luogo in cui andare a fare lo sciacallo è dove un’azienda chiude. Noi – ha sottolineato Renzi – abbiamo proposto una soluzione. Questa è la differenza tra chi scommette contro e chi scommette a favore dell’Italia".
Di europee oggi ha parlato anche Silvio Berlusconi, attaccando anche lui il leader del Movimento 5 Stelle in un’intervista a Studio Aperto: "A me Grillo fa molta paura, perché da studioso della storia posso dire che ci sono tanti personaggi che hanno le sue caratteristiche. In questi giorni – continua il numero uno di Forza Italia – l’ho paragonato a Robespierre, tutti personaggi che promettevano un grande cambiamento, la Gerusalemme celeste portata in Terra, poi una volta che hanno preso il potere hanno distrutto fisicamente quelli che c’erano prima e sottoposto a un bagno di sangue il resto alla popolazione. Se nel partito di Grillo, che forse sarebbe meglio definire una setta, qualcuno osa fare una dichiarazione diversa da quello che dice lui, viene immediatamente espulso. Non solo si deve andare a votare ma non vedo alternative a Forza Italia. Anche perché se si vota per il Pd, avremo anche come regalo un certo signor Schultz come capo dell’Unione".
"Ci rivolgiamo a quel 50% di delusi, dispiaciuti, amareggiati che non vorrebbero andare a votare e a chi ha deciso di infilare nell’urna una scheda bianca – continua l’ex premier -. Questo 50% rappresenta 24 milioni di voti, un numero enorme. Ma accanto a questi da convincere c’è un numero di inviperiti, furiosi, furibondi, quelli che hanno chiuso gli occhi e hanno dato il voto a Grillo. Ora metà di questi elettori è delusa da parlamentari 5 stelle che non hanno combinato nulla di positivo e hanno solo sbraitato".
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