I francesi non amano piu’ l’Europa, non credono nelle sue istituzioni e non ne capiscono i meccanismi. I due grandi vincitori di questa tornata elettorale – e’ la facile scommessa – saranno gli euroscettici del Front National, guidati da una Marine Le Pen piu’ combattiva che mai, e l’astensionismo, figlio di una disaffezione ormai dilagante.
Questa fosca previsione sembra trovare tutti d’accordo Oltralpe, in questa giornata di vigilia in cui i politici tacciono e i commentatori tracciano un bilancio della campagna elettorale appena chiusa. Un bilancio ben poco lusinghiero, soprattutto per i due grandi partiti moderati, i socialisti al governo e l’opposizione di centrodestra dell’Ump.
"Questo voto suonera’ come una nuova condanna della politica intrapresa da due anni in Francia, ma costituira’ anche un allarme tempesta sulla vita politica francese", scrive Le Figaro nel suo editoriale di prima pagina. Bacchettando sia Francois Hollande e il Premier Manuel Valls, gia’ pronti a "trasformare una sconfitta storica in un inciampo inevitabile e senza importanza" e a fare cosi’ "perdere ancora tempo" al Paese, ma anche l’Ump, troppo preso nelle "sue desolanti beghe interne" per fare veramente barriera all’avanzata a destra del Fn. E cio’, nonostante il fragoroso rientro in scena di Nicolas Sarkozy, che ha proposto la sospensione di Schengen e il trasferimento di meta’ delle competenze da Bruxelles agli stati membri.
Parla invece di "campagna europea penosamente fallita" Liberation, che ribadisce l’accusa ai partiti moderati di "non essere riusciti a mobilitare" gli elettori, di aver trascurato il dibattito sui programmi e i problemi concreti per concentrarsi solo sul "fatto politico interno annunciato: il Front National in testa". La conseguenza di questo atteggiamento, argomenta ancora il giornale, e’ la trasformazione dello scrutinio europeo in "grande valvola di sfogo" per il sentimento di "eurofobia", espresso in due forme che sono pero’, in un certo senso, due lati della stessa medaglia.
Da un lato, il voto anti-europeista dei seguaci di Marine Le Pen, che accusano Bruxelles di "fregarsene di noi" e di essere "una macchina da soldi che lascia da parte l’essenziale", e dall’altro l’astensione, di chi dice di "non capirci niente" e si sente "male informato" e non crede piu’ "nell’efficacia della scheda elettorale". In questo contesto di incomprensione e sfiducia, accentuate da una ripresa che fatica a decollare, il Front National e i suoi argomenti populisti hanno potuto avanzare senza incontrare veri ostacoli. E ormai, almeno a credere ai sondaggi e agli esperti, pare quasi inevitabile che domani sera Marine Le Pen si trovi alla guida del "primo partito di Francia".
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