Queste elezioni europee saranno una sorta di scontro tra due visioni dell’Europa, visioni antitetiche che si vedono anche oggi.
Si scontreranno l’Europa accentratrice e quella che garantisce maggiori autonomie degli Stati, come in una confederazione; l’Europa che porta avanti le attuali politiche “green” fondate più sull’ideologia che sulla scienza (e certe norme come quelle sulla casa lo dimostrano) e quella che vuole garantire maggiormente diritti come quello di proprietà.
A questo punto, ci si deve chiedere quale Europa si vorrà. Si vorrà mantenere lo stesso andazzo attuale o si vorrà qualcosa di nuovo? Si vorrà l’Europa dei tecnocrati o quella dei popoli?
Esiste un’Europa che nega la sua storia, in nome del “politicamente corretto”. Essa è contrapposta all’Europa che difende la sua storia e le sue radici. Per questo motivo, queste elezioni europee saranno molto importanti. Forse, nessuna tornata elettorale continentale precedente è stata così importante come saranno importanti queste elezioni.
In passato i partiti europeisti acritici, quelli che attualmente governano le istituzioni europee, vincevano e facevano il bello e il cattivo tempo. Popolari e socialisti facevano i loro accordi senza che nessuno dicesse niente a loro. Oggi, invece, non è più così.
Infatti, i partiti europeisti acritici (specialmente i progressisti) arrancano mentre crescono i conservatori, coloro che criticano l’attuale sistema. La maggior parte delle elezioni che ci sono state negli altri Paesi lo dimostrano.
Gli europeisti acritici parlano di “rischio per la sopravvivenza dell’Unione Europea” perché hanno paura di perderne il controllo. In realtà, queste elezioni potranno determinare un cambiamento dell’Unione Europea, la nascita di un nuovo modello di Europa.