“E’ lampante che il futuro del Governo Salvini-Di Maio guardi solamente al traguardo delle elezioni europee del maggio 2019. Salvini, come ho chiesto in un’interrogazione depositata già qualche settimana fa, faccia votare nei consolati anche gli italiani di Svizzera e Gran Bretagna”. Lo dichiara l’On. Massimo Ungaro, deputato Pd eletto nella ripartizione estera Europa, che ha presentato un’interrogazione al ministro Moavero e al ministro Salvini. Qui il testo:
Atto Camera 4-01255
UNGARO— Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
le elezioni europee del 2019 avranno luogo nei 27 Stati membri dell’Unione europea tra il 23 e il 26 maggio 2019, come deciso unanimemente dal Consiglio dell’Unione europea nel gennaio 2018: esse rappresenteranno la nona tornata elettorale per il Parlamento europeo, tenendosi ininterrottamente dal 1979;
per la prima volta al voto continentale non parteciperà il Regno Unito a causa dell’esito del referendum del 2016 sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea, conclusosi con un voto favorevole all’uscita dalla Unione europea, la cosiddetta Brexit, con il 51,9 per cento, contro il 48,1 per cento che ha votato per rimanere nell’Unione europea;
la legge n. 459 del 2001 sull’esercizio del diritto di voto all’estero non si applica alle elezioni europee, che sono regolate dalla legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni. Alle elezioni europee non si applica, pertanto, il sistema del voto per corrispondenza: gli elettori italiani aventi diritto e stabilmente residenti nei Paesi dell’Unione europea, possono infatti recarsi presso le apposite sezioni elettorali istituite in loco dalla rete diplomatico-consolare italiana;
si stima attualmente che siano più di 700 mila i connazionali che vivono nel Regno Unito. Se a questi si aggiungono i circa 300 mila italiani in Svizzera, sono più di un milione gli aventi diritto al voto, italiani che risiedono nello spazio geografico europeo che non potranno votare il prossimo anno a meno di non intraprendere uno «scoraggiante» – in termini di propensione alla partecipazione al voto – viaggio nella Penisola per esercitare questa importantissima prerogativa –:
se i Ministri interrogati, anche a fronte del grande impatto socio-politico della «Brexit» e di una recente disaffezione dei cittadini verso le istituzioni comunitarie che va combattuta anche con l’esercizio dei diritti fondamentali, non intendano adottare iniziative per prevedere forme transitorie di allestimento dei seggi elettori nei citati Paesi per permettere e favorirsi la partecipazione al voto degli italiani residenti in Gran Bretagna e nella Conferenza elvetica presso le locali sedi consolari.