La Nazionale d’Italia non si è inginocchiata prima della partita con l’Austria. Ha fatto questa scelta. Ora, ci si deve chiedere per quale motivo l’Italia avrebbe dovuto mettersi in ginocchio. Che il razzismo debba essere combattuto è ovvio. Però, per combattere il razzismo, non serve inginocchiarsi. Al contrario, serve una buona educazione al rispetto verso se stessi e verso gli altri, senza scadere nel “politicamente corretto”.
Purtroppo, si sta assistendo ad una deriva culturale totalizzante, per non dire totalitaria. Per esempio, chi non fa certe cose “che fanno gli altri” rischia di essere bollato come “razzista” e quant’altro. Basti ricordare il trattamento mediatico che è stato riservato ai giocatori italiani che non si sono inginocchiati in occasione della partita tra Italia e Galles. Questo non è corretto.
Una società civile e realmente democratica deve dare spazio a qualsiasi espressione del pensiero. Ergo, se un giocatore si vuole inginocchiare deve essere libero di farlo, ma anche chi non vuole fare ciò deve avere la medesima libertà, senza essere attaccato mediaticamente ed accusato di essere “razzista”.
Queste sono le parole del calciatore ivoriano (e quindi di colore) Wilfried Zaha: “Secondo me inginocchiarmi è degradante, perché i miei genitori mi hanno sempre detto di essere orgoglioso di essere nero. Dovremmo rimanere in piedi, non inginocchiarci. È una cosa che facciamo sempre prima delle partite, ma la facciamo così, giusto per farla, e per me non è sufficiente”. Ergo, il razzismo si combatte con la buona cultura e non con azioni che hanno solo una valenza ideologica.