Italia-Spagna ai supplementari. Viktor Kassai ha fischiato da tempo, ma il match sembra non finire mai. E non solo perche’ i Campioni del mondo, ieri sera nello spogliatoio della Gdansk Arena, hanno stretto la mano ai colleghi azzurri con un sincero ‘ci rivediamo in finale’. I fischi all’inno di Mameli e le accuse per il campo troppo secco accendono il dopo partita. Anche qui e’ uno a uno, almeno negli affondi.
‘Cosa ho pensato quando i 10.000 tifosi spagnoli hanno fischiato l’inno di Mameli? Pena, solo pena. Non faccio giri di parole’, il duro attacco di Gianni Petrucci, prima di ripartire per l’Italia. ‘Ogni inno nazionale ha una storia, un valore: non riconoscerlo e non rispettarlo fa pena – la considerazione del presidente del Coni – Vale per tutti gli inni. E se succede a quello di Mameli, da italiano dispiace ancora di piu”. Evita incidenti diplomatici il ministro Gnudi (‘le tifoserie sono state correttissime, peccato la serata sia stata macchiata da questo episodio’), piu’ netta la condanna del presidente federale Abete. ‘Sono comportamenti beceri di persone irresponsabili, che non si rendono conto del danno che provocano’. Senza dimenticare di quante volte e’ avvenuto in Italia: ‘Ricordiamo ancora quel che e’ successo nella finale di Coppa Italia – ha aggiunto Abete – La condanna di quei fischi vale per tutte le latitudini, e non puo’ macchiare un Paese. Pero’ questa e’ ignoranza, punto e basta’. La puntura ‘finale’ e’ pero’ arrivata da Petrucci: ‘In ogni caso, complimenti ai nostri tifosi’, che non lo hanno fatto, sottinteso.
Come sottintesa era la soddisfazione per aver ribaltato luoghi comuni e attese spagnole. Da Madrid, pero’, arrivano nuove accuse per il campo di ieri a Danzica. La federazione polacca ha fatto sapere a Marca che e’ stata l’Italia a non voler innaffiare il terreno di gioco (‘e’ una vergogna, era secco e il pallone non scorreva’, ha detto a fine partita Xavi). E subito la risposta azzurra e’ arrivata, per bocca di Albertini: ‘Le regole Uefa sono chiare: il campo va bagnato 75′ prima del fischio d’inizio – ha chiarito il capodelegazione dell’Italia – Quanto a una seconda innaffiata a ridosso della partita, e’ scritto che si puo’ fare con l’assenso delle due nazionali. Sappiamo che e’ un’abitudine spagnola, ma non di tutto il mondo…’. E infatti quando nella riunione tecnica Uefa la delegazione spagnola ha chiesto la seconda ‘doccia’, Albertini ha detto no. ‘Perche’ avremmo dovuto dire si’?’, fanno sapere dalla nazionale? Una piccola guerra psicologica. Quella si’, vinta dagli azzurri.
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