La guida il Ferguson delle Nazionali, Morten Olsen. Si affida a gol ed estri di un giovane talento dell’attacco come Niklas Bendtner, che in Premier League si e’ sempre fermato alle soglie del successo. La sua forza e’ nel sistema di gioco, cosi’ consolidato che gran parte del calcio danese lo pratica nella sua serie A, un 4-3-3 standardizzato. La Danimarca e’ l’outsider del ‘girone della morte’, quello con Germania, Olanda e Portogallo. E dunque di tutto Euro 2012.
Sono lontani i tempi dell’incredibile successo di Svezia ’92, quando i danesi furono richiamati dalle vacanze per l’esclusione della Jugoslavia e arrivarono fino in fondo, alla vittoria.
Quella Danimarca era figlia della grande squadra degli anni ’80, in cui forza fisica e freschezza atletica si unirono felicemente alla tradizione tattica olandese. Oggi il calcio danese e’ tornato indietro, vive nelle retrovie dell’Europa, e non solo per la mancanza di talenti di spicco.
Il girone di qualificazione ha offerto segnali in controtendenza: va bene che i rivali erano Cipro, Norvegia, Islanda. Ma c’era anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo, costretto a ricorrere agli spareggi per staccare il biglietto per Polonia e Ucraina. La partita fondamentale e’ stata la vittoria di Copenaghen sui lusitani, 2-1 nell’ottobre 2011, con gol di Bendtner. Ma un risultato non cambia i rapporti di forza.
‘Grillo’ Olsen, mitico capitano dalle 100 presenze in Nazionale e ora ct da 12 anni – vero record di longevita’ per una panchina non di club – sa bene che dall’8 giugno in poi non bastera’ quella Danimarca. Anche per questo ha chiesto ai suoi ragazzi massima concentrazione, e lo ha fatto con un divieto ‘retro’ per la moderna Danimarca: niente Facebook e niente Twitter in stanza per i giocatori, durante il ritiro. Meglio evitare di disperdere energie, la motivazione ufficiale, tra i mugugni dei giocatori e dei loro sponsor personali, ma anche dei politici di Copenaghen. Facile che dietro il divieto ci sia la paura che emergano i dubbi interni alla squadra.
Chiusa la carriera di Tomasson, le sorti dell’attacco oltre che a Bendtner sono affidate a Dennis Rommendhal. Il resto della squadra e’ un misto di esperienza internazionale (Agger, Kjaer, Poulsen) e di giovani di discrete speranze. ‘Ma la nostra vera garanzia e’ Olsen – dice il portiere Sorensen – e’ un ct che sa come guidarci e come farsi rispettare’. Il problema, pero’, e’ guadagnarsi il rispetto dell’Europa in un girone terribile.
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