Roma – Rinviata da giugno a marzo, poi nuovamente anticipata all’autunno. Si terrà il prossimo 13 novembre la prima udienza del processo che vede Alessandro Maiorano, dipendente comunale di Palazzo Vecchio, imputato per diffamazione dal premier Matteo Renzi in seguito a una serie di dichiarazioni rese alla stampa, tra le quali un’intervista a ItaliaChiamaItalia pubblicata nel giugno 2013.
La procura di Firenze ha di fatto accolto le istanze di Maiorano e del suo legale Carlo Taormina che, dopo avere appreso dell’iniziale slittamento di nove mesi, avevano richiesto di abbreviare i tempi. Come già raccontato da Maiorano a ItaliaChiamaItalia, l’avvocato Taormina ha elaborato un fascicolo di cinquantadue pagine nelle quali spiega e motiva punto per punto ogni accusa mossa dal dipendente fiorentino all’ex sindaco e chiama a testimoniare una lista di nomi eccellenti, tra i quali non mancano alcuni attuali ministri.
La linea della difesa è semplice. Poiché Matteo Renzi accusa Alessandro Maiorano di diffamazione, si dimostrerà in aula che, al contrario, tutto quello che è stato detto è vero, a partire dalle presunte spese incontrollate fino ad arrivare al giro di escort che avrebbero frequentato Palazzo Vecchio.
Inoltre, proprio effettuando delle ricerche anagrafiche per preparare la linea difensiva in seguito alla querela per l’intervista pubblicata su ItaliaChiamaItalia, Maiorano e Taormina si sono imbattuti nel caso della residenza del premier in via Alfana, spostata in tutta fretta e il cui affitto veniva pagato dal fedelissimo Marco Carrai.
Avvocato, la procura ha accolto la vostra richiesta anticipando la prima udienza al 13 novembre. Quale sarà la linea difensiva?
Questo processo presenta diversi filoni, ai quali sono collegati differenti testimoni e situazioni. Un ruolo importante è sicuramente quello giocato da amministrativi e funzionali da un lato e potere politico dall’altro. Molte delle spese alle quali abbiamo fatto riferimento riguardano sia la Florence Multimedia, sia la Fondazione Strozzi sia, infine, il Genio Fiorentino. Per ciascuno di questi tre settori, moltissime delle rogazioni a favore di Renzi venivano effettuate sulla base di delibere che avrebbero dovuto essere esaminate sotto il profilo della legittimità ma, di fatto, venivano fatte dai dirigenti senza passare dal controllo politico. Il cuore delle nostre testimonianze, quindi, è rappresentato dalla giunta e dai funzionari responsabili delle erogazioni.
Qual è il ruolo di Florence Multimedia in relazione alle spese contestate da Maiorano?
Esistono alcuni aspetti riguardanti la Florence Multimedia in relazione alle campagne elettorali fatte a favore di Renzi che, in parte, utilizzavano questi meccanismi di divulgazione di attività teoricamente legate alla provincia. Dall’altro lato è emerso il ruolo delle fondazioni che facevano capo al solito Carrai. Lui è il perno di tutto, intorno a lui ruotano tutte le spese per tutte le campagne elettorali, sia per le primarie che per le altre, ad esempio il comune, sia per tutto ciò che riguarda le controprestazioni che sembrerebbe aver avuto in termini di fornitura per un museo di Firenze, per la presenza come amministratore dell’aeroporto di Firenze e nella Firenze Parcheggi, due grandi municipalizzate dove troviamo sempre e immancabilmente Carrai.
Per quale motivo, nel vostro fascicolo, è citato anche l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi?
Perché è stato proprio Lusi a versare una somma consistente a Renzi e, quindi, dobbiamo sapere da dove vengono questi soldi. Se sono parte di quelli per i quali Lusi è stato condannato per appropriazione indebita, allora si configurerebbe il reato di ricettazione.
Come farete a risalire ai soldi versati da Lusi?
Ne abbiamo prodotto le fatture all’interno del fascicolo.
Come avete fatto ad averle?
Abbiamo queste fatture perché somme, ufficialmente, venivano date a determinati soggetti, mentre poi i soldi andavano a Renzi.
Quindi ipotizzate un giro di false fatturazioni?
Sì, certamente.
Per quale motivo avete chiamato a testimoniare anche il ministro Boschi e il sottosegretario Lotti?
Perché indagando sulle attività delle spese per sostenere l’ascesa di Renzi troviamo quelli che oggi sono ministri ma, all’epoca, avevano un ruolo molto importante che a noi interessa per capire quali fossero le reali utilizzazioni dei soldi erogati. Soldi che risultano dovuti per certe attività e che, invece, riguardano iniziative delle quali la provincia non si sarebbe mai dovuta interessare. Quindi questi soldi sono stati impiegati o per attività che non hanno una compatibilità istituzionale, oppure sono andati in una direzione diversa da quella dichiarata. A queste spese poco limpide si sommano quelle messe in conto per alberghi, viaggi, ristoranti e caffè, ma ammontano a poco meno di un milione di euro e sono una cifra poco significativa, se confrontata con il totale dei trentuno milioni contestati.
È vero che la questione della residenza di Renzi in via Alfani 8 emerse proprio mentre svolgevate le indagini per preparare la difesa di Maiorano?
Sì, effettuando delle ricerche si scoprì che lui, in un brevissimo lasso di tempo, forse solo una giornata, trasferì la residenza da via Alfani a Pontassieve quando, secondo quella che è la nostra impostazione accusatoria, si rese conto che quella sua presenza avrebbe potuto scottare, sulla scia di quanto accade a Fini per la casa di Montecarlo ad esempio. In via Alfani c’era un contratto di locazione intestato a una persona, mentre il canone veniva pagato da Carrai, lo stesso che gestisce le fondazioni ed è presidente di AdF, ossia Aeroporti di Firenze.
Per quale motivo, secondo lei, la procura ha cambiato idea ed ha accolto la vostra richiesta?
Secondo me perché non potevano fare altrimenti, è un principio generale, le procure sono impersonali, il pm può essere chiunque, anche se devo dire che, quando si tratta di processi delicati, si fa in modo che sia sempre lo stesso pm a seguire il tutto. Però, in questo caso, c’era una particolarità. La nostra era un’udienza di transito per ammettere le prove per poi rinviare alla prima udienza vera e propria, quindi qualsiasi pm andava bene. Poi, da quello che ci risulta, il pm era impedito a presentarsi in aula solo fino al giorno seguente, quindi l’udienza si sarebbe potuta tenere anche a due giorni dopo. Invece hanno rinviato fino al 21 marzo e noi, di contro, abbiamo presentato l’istanza ma, per non darci soddisfazione e non poterci far dire che eravamo stati noi a determinare l’anticipazione, è stato poi il pm stesso a spostare la data.
Quali assi calerete nel corso del dibattimento?
Abbiamo diverse cose interessanti che non posso anticipare, naturalmente c’è tutto il capitolo delle escort che deve essere scandagliato e, nella lista dei testi, abbiamo le indicazioni di coloro che possono testimoniare la frequentazione di escort a Palazzo Vecchio, che è poi la vicenda per la quale Renzi ha sporto querela.
Su quali aspetti insisterà la difesa in aula?
In buona sostanza, poiché agiremo in exceptio veritatis e poiché in questo processo si giudica per diffamazione, dovremo dimostrare che non abbiamo commesso diffamazione e che quelle spese furono realmente ‘spese pazze’. Il primo agosto è un anno che la Procura di Firenze ha le nostre contestazioni, un fascicolo di decine di pagine, e finora non ha fatto nulla. Ora la Procura dovrà attivarsi. Paradossalmente, il processo contro Maiorano diventerà invece il processo contro Renzi.
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