Francesca Alderisi, eletta con Forza Italia nel 2018 al Senato della Repubblica, nella ripartizione estera Nord e Centro America, prima di entrare a Palazzo Madama è stata per tanti anni il volto più popolare di Rai International, oggi Rai Italia. All’estero la amano in tanti, soprattutto i suoi telespettatori, a lei molto affezionati. Ha vinto alla grande alle ultime Politiche, contribuendo con forza al successo del partito azzurro in quella ripartizione. Oggi, in un’intervista esclusiva rilasciata a ItaliaChiamaItalia.it, il primo quotidiano online degli italiani all’estero, spiega perché non si ricandiderà e allo stesso tempo si toglie qualche sassolino dalla scarpa.
Nell’intervista – svoltasi faccia a faccia, in zona Senato, nel cuore di Roma – do del tu a Francesca, visto che a lei mi lega un’amicizia di tanti anni, nata quando ancora l’idea di candidarsi non le passava nemmeno per l’anticamera del cervello.
Cara Senatrice, cara Francesca, come mai la scelta di non ricandidarti? In molti resteranno sorpresi…
È una decisione maturata dopo una profonda riflessione. Credo che sia un esercizio che ognuno dovrebbe fare, quello di mettersi di fronte alla parte più intima di se stesso. E io personalmente lo faccio spesso. Senza paure.
Non pensare di cavartela così. Puoi spiegarci meglio?
Sono un’artista prestata alla politica. Il mio vero lavoro, quello a cui ho dedicato quasi trent’anni anni della mia vita, è quello di autrice e conduttrice televisiva. Quando nel 2018 ho deciso di candidarmi – mi perdoni chi vedrà nella mia affermazione una certa presunzione -, ero certa di vincere. Questa idea mi era nata da un forte senso di rivincita verso alcune dinamiche Rai che avevano portato ancora una volta alla chiusura del programma televisivo che ai tempi conducevo. Candidarmi, pochi mesi dopo la chiusura di “Cara Francesca”, ha rappresentato per me, oltre che una sfida verso tutti coloro che non credevano potessi essere eletta (colleghi compresi), l’unico modo per dimostrare nel concreto il grande e forte legame d’amore creatosi tra me e gli italiani nel mondo.
Ai tempi ci fu polemica, perché eri l’unico candidato che nella circoscrizione estera risiedeva in Italia…
Il mio più grande orgoglio è stato quello di essere stata alle elezioni politiche del 2018 la più votata del Nord e Centro America, in particolare negli Stati Uniti e in Canada, dove il risultato è stato eclatante, portando Forza Italia ad essere il primo partito nella ripartizione. L’esito è stato ancor più sorprendente se si pensa che ho avuto a disposizione poche settimane di campagna elettorale dall’Italia e per scelta non sono andata a fare i soliti giretti elettorali delle “sette chiese” per racimolare qualche voto qua e là. Chi mi ha votato mi conosceva da tanto tempo e lo ha fatto proprio per quel legame costruitosi giorno per giorno attraverso migliaia di puntate di “Sportello Italia”, il programma di servizio televisivo che ho creato e che ha dato voce vera a tanti connazionali nel mondo.
Alla luce di quanto affermi, perché allora abbandoni la politica? Da tempo, tra l’altro, girava voce di una tua futura candidatura nella ripartizione estera Asia-Africa-Oceania-Antartide…
Per me è stata una bellissima esperienza che mi ha arricchito profondamente, facendomi vedere e conoscere da un’altra prospettiva tanti temi che avevo trattato in televisione. Tuttavia è arrivato il momento di tornare sulla via maestra. Riguardo alla candidatura in Oceania, già nel 2018 era la seconda opzione che avevo proposto al senatore Lucio Malan, al tempo responsabile del Dipartimento Italiani all’estero di Forza Italia. Ancora oggi ho un legame molto solido con la comunità italo-australiana, dove mi sono recata ben sette volte, incontrando i nostri connazionali nelle varie città di questo enorme continente. Dopo un’attenta analisi, scegliemmo con il senatore Malan il Nord e Centro America proprio per una vicinanza geografica all’Italia. Con l’occasione ci tengo a ringraziarlo ancora una volta, poiché ai tempi della mia candidatura è stato l’unico che ha veramente creduto in me, con i fatti e non con le parole. Anzi, ad essere sincera come sono, in questi anni spesso ho trovato molta ostilità e pregiudizi nei miei confronti da parte di molti addetti ai lavori che rappresentano le nostre comunità in Nord America. Diciamolo [sorride], la mia elezione ha fatto venire il mal di pancia a molti.
Quindi la politica non fa per te?
Non esattamente. Sono io che non faccio per la politica! Dico sempre quello che penso. Non so fare promesse che già so essere impossibili da mantenere. Non riesco ad omologarmi a dei clichés, esprimermi in politichese facendo le solite proposte di “bandiera”, come vengono chiamate in gergo, per poi registrare i video dell’intervento in Aula da mandare via WhatsApp come contentini agli elettori, in un’ottica di continua propaganda elettorale all’insegna dell’IO e del MIO. A me piacciono i risultati importanti e purtroppo di questi mi sembra che non ce ne siano stati, per una serie di motivazioni che evidenziano il poco peso fattivo degli eletti all’estero all’interno del Parlamento italiano. Sono sempre più convinta del fatto che gli eletti all’estero ricoprano purtroppo, nonostante l’impegno, un ruolo marginale nella politica italiana e con il taglio dei parlamentari per loro sarà ancora più difficile incidere.
Come credi prenderanno i colleghi eletti all’estero la tua non ricandidatura?
Credo che ognuno sarà in questi giorni concentrato ancora di più su se stesso. Sinceramente non ho legato con molti di loro e alcuni li ho trovati per certi versi diversi da come li immaginavo. Gli slogan demagogici dell’«unione fa la forza» sono belli ma poco veritieri se non trovano riscontro nella realtà di tutti i giorni. Anzi, spesso sono proprio i divulgatori di questa frase, che ripetono a mo’ di mantra, ad essere i più competitivi, a volte in modo persino sleale. E poi diciamolo, alcuni mancano di originalità e personalità. È capitato più volte che fossi copiata e questo la dice lunga. Non tutti però. Ho una bella amicizia ad esempio con la senatrice Laura Garavini, che trovo essere una donna straordinaria oltre che un bravo politico.
E con i senatori di Forza Italia come va?
Benissimo! Sono stati eccezionali e il mio grazie speciale va al Presidente Anna Maria Bernini, Capogruppo di Forza Italia al Senato, alla quale mi uniscono affetto e stima profonda che continueranno nel tempo. In questi giorni, insieme a loro in Senato ho vissuto momenti intensi. Resterà per sempre il ricordo di questi anni e li ringrazio per aver compreso da subito il mio modo diverso di essere un politico. Sono stati tutti veramente speciali con me.
E a proposito di Berlusconi e della decisione presa riguardo al recente voto in Aula?
Riprendendo fedelmente le parole di Berlusconi in una recente intervista: «Non c’è stato nessun concorso del centro-destra, noi siamo stati sempre i più leali sostenitori del governo Draghi. Era un governo di emergenza, di unità nazionale, che noi per primi avevamo proposto per far fronte all’emergenza del Paese. Sono stati i Cinquestelle a mettere in crisi il governo, ancora una volta rifiutando di votare un provvedimento davvero essenziale per gli italiani. A fronte di questo, il Presidente Draghi una settimana fa si era recato dal Capo dello Stato e aveva presentato le sue dimissioni perché riteneva che così non si potesse continuare. Noi abbiamo detto e scritto in tutti i modi che eravamo pronti a sostenere anche un altro governo a guida Draghi fino alla fine naturale della legislatura. Questo naturalmente sarebbe stato possibile solo ripartendo senza i Cinquestelle, senza i loro ministri e i loro sottosegretari, visto che loro stessi si erano posti fuori dalla maggioranza, dopo aver paralizzato per mesi l’azione del governo con i loro veti».
Tornando a te, chi prevedi sarà il tuo successore?
Questa è una bella domanda. Certamente per essere eletti in Senato servono molti più voti rispetto alla Camera, quindi dovrà essere qualcuno che avrà coraggio e non si accontenterà. Qualcuno che oltre che all’obiettivo dell’essere eletto abbia anche l’indole e la forza di sapersi confrontare, come ho fatto io, con la sfida più difficile e far vedere quanto realmente vale, poiché i voti si contano, non si pesano.
Alla luce delle tue 11mila preferenze, sosterrai qualcuno?
In questi giorni ho ricevuto contatti da affezionati telespettatori che mi hanno offerto disponibilità e sostegno qualora mi ricandidassi. Da loro me lo sarei aspettato e sono certa saremo riusciti ad aumentare di molto il risultato ottenuto alla politiche del 2018, in cui il tempo per organizzarmi era stato veramente poco. Poiché i miei voti sono stati alla persona e proprio nel rispetto di quel legame d’amore solido che nasce da lontano, non sono disposta a donarli a nessuno, soprattutto ai tanti che in questi anni non si sono degnati nemmeno di farmi una telefonata per sapere come sto. Ognuno dovrà dimostrare da solo quanto vale, come ho fatto io quando in ben pochi credevano in me, aspettandomi già che chi invece non riuscirà a raggiungere il risultato sperato attribuirà alla manchevolezza del meccanismo del voto estero e al poco tempo a disposizione le motivazioni della sconfitta.
Tu cosa farai?
Semplice, mi dedicherò all’Amore. L’Amore per la vita. Per le cose che mi piace fare. Per gli affetti. Per le persone per me veramente speciali. Per le mie tante passioni. Senza Amore non siamo nulla e l’Amore va nutrito, giorno per giorno. L’Amore ha bisogno di tempo e dedizione. Di presenza fisica, non virtuale.
E l’amore per la tv?
Quello non morirà mai. È parte di me. Sono in tantissimi, da ogni angolo del mondo, a chiedermi da tempo di tornare in televisione. Ci sono idee e proposte. Non dico di più, vedremo. Non ho fretta… Per ora continuo, fino alla fine della legislatura, ad essere la senatrice Francesca vicino alle comunità italiane nel mondo e mai come ora nessuno potrà dirmi che lo farò per campagna elettorale.