Esce oggi in libreria, edito da Chiarelettere, "L’uomo che sussurra ai potenti", il libro-intervista a Luigi Bisignani curato da Paolo Madron. Un libro in cui Bisignani descrive, come recita il sottotitolo, "miserie, splendori e trame mai confessate". L’autore ne parla per la prima volta in una intervista al Tempo. "La seconda Repubblica ha scardinato lo Stato centrale mettendo nei ministeri piccoli personaggi che sono conoscenze del ministro di turno, anche lui piccolo politico. Questo combinato disposto ha creato la paralisi amministrativa che è sotto gli occhi di tutti" afferma l’ex giornalista, "oggi non c’è classe dirigente perché non c’è ricambio. E questo è stato un errore di Berlusconi, straordinario acchiappavoti che però non conosceva la macchina amministrativa. A lui piaceva essere, non fare il presidente del Consiglio. Berlusconi ha creato uomini dal nulla, anche quelli che improvvisamente si sono convinti di essere superuomini. Alfano e Schifani, non sono dei congiurati ma politici che cercavano di sopravvivere a Berlusconi stesso". "Il potere si conquista non solo con quello che hai ma con quello che gli altri pensano tu abbia. Oggi c’è meno potere, più facile da conquistare ma difficile da mantenere – dice ancora Bisignani, oggi partner di una società di consulenza e già coinvolto in alcune tra le più importanti inchieste giudiziarie degli ultimi anni (dal processo Enimont alle indagini sulla cosiddetta P4) -. C’è un mondo che ti osserva e ti controlla dopo due eventi storici: la caduta del blocco sovietico e quindi del muro di Berlino e il trionfo dell’informazione. Mancano i leader perché nessuno è in grado di mantenere troppe informazioni, tutti siamo spiati, c’è una valanga di news che rende impossibile a chiunque creare reti, avere momenti di riflessione e impostare strategie… viviamo giorno per giorno". E replica alla denominazione di "faccendiere": "Non mi occupo di faccende e sono disinteressato ad appalti e commesse. Ho sempre vissuto con il mio lavoro, prima giornalista e poi manager di grandi gruppi industriali. Sono sempre stato molto curioso e mi piacciono i grandi progetti da costruire attorno a persone intelligenti". E sostiene che "a parte un piccolo scoperto in banca non ho conti all’estero. Se fai questo lavoro e ti sputtani prendendo soldi sei spacciato. Mi piace dare consigli ma sempre in modo disinteressato", "è noto che io non vado a incontri ufficiali, a cene con più di sei persone, non faccio riunioni, parlo con una persona alla volta e poi sa che le dico? Si può esistere anche senza apparire. Una cosa è certa: in Italia qualsiasi contatto riservato è occulto, se è occulto è un fatto giudiziario, se è un fatto giudiziario diventa un processo".
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