Secondo i ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) e delle Sezioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Catania-Osservatorio Etneo e Osservatorio nazionale terremoti di Roma, l’eruzione del vulcano Etna iniziata il 24 dicembre scorso ha provocato sulla sommità delle fratture che superano i 30 cm verso Ovest e i 50 cm verso Est, causate dalla risalita del magma.
I ricercatori hanno misurato i movimenti permanenti del terreno grazie ai radar satellitari italiani Cosmo-SkyMed ed europei Sentinel-1.
Nell’area attivata dal terremoto del 26 dicembre scorso di magnitudo 4.9, è stato invece registrato uno spostamento massimo verso Est di circa 13 cm, ed uno verso Ovest di circa 16 cm.
Intanto proseguono le operazioni d’intervento connesse all’evento sismico che il giorno di Santo Stefano ha colpito la zona dei comuni dell’Acese a nord, nord-est di Catania. Permangono sul posto 5 unita’ di comando locale a Fleri, Zafferana Etnea, Santa Maria la Stella e Acireale.
Al momento sono impegnati sulle zone colpite dal sisma 346 unita’ dei vigili del fuoco e 130 automezzi. A supporto delle sezioni operative è stato realizzato un campo base ad Acireale con un modulo di supporto logistico, piu’ 18 tende pneumatiche.
Ad oggi sono stati 1.300 gli interventi per valutazioni, messa in sicurezza di edifici lesionati e soccorsi alla popolazione.