Il nove febbraio prossimo ricorre il 45° anniversario della morte di Ernesto Rossi, un grande italiano che diede un contributo notevole alla ricostruzione del nostro Paese. Il suo carattere scontroso e poco incline al compromesso lo resero ostile al ceto politico dell’epoca; era detestato a destra come a sinistra. Era un laico, liberale, europeista convinto in un’epoca in cui prevalevano i nazionalismi e i corporativismi e l’Italia era paralizzata dal consociativismo.
Nonostante fosse un laico, credeva nel settimo comandamento "non rubare" e la sua gestione dell’Arar fu un caso piu’ unico che raro di ente pubblico gestito in maniera lineare e trasparente e che produsse ingenti utili per lo stato.
Fu un grandissimo italiano; attacco’ i monopolisti, i "padroni del vapore", la federconsorzi di Bonomi, i favoritismi, i giornali assoldati ai gruppi di potere. Fu oggetto di feroci attacchi da parte delle forze reazionarie e da parte dei comunisti che non sopportavano la sua visione laica, liberale ed europea.
Discussione su questo articolo