Alla fine di una telenovela durata fin troppo, sono arrivate le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, ormai ex ministro della Cultura. Al suo posto ora c’è Alessandro Giuli.
Dunque la story che l’ha coinvolto insieme a Maria Rosaria Boccia, ha portato Sangiuliano a presentare alla premier Giorgia Meloni la lettera di dimissioni irrevocabili dall’incarico: il motivo, ufficialmente, quello di avere le mani libere per potersi difendere “in ogni sede” e dimostrare la propria “trasparenza e correttezza”.
Pochissimi minuti dopo l’annuncio, una nota del Quirinale annunciava che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva già firmato il decreto con il quale, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, venivano accettate le dimissioni e veniva nominato ministro della cultura, Alessandro Giuli, anche lui giornalista come Sangiuliano e proprio da quest’ultimo nominato alla fine del 2022 presidente della Fondazione MAXXI di Roma.
“Gennaro Sangiuliano è stato un ottimo ministro, ha fatto una scelta che gli permette di essere libero, di difendersi e dimostrare che è una persona perbene, quale è. Quindi ha tutta la nostra amicizia e solidarietà”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine di Azzurra Libertà in corso a Bellaria Igea Marina (Rimini). Col nuovo ministro Alessandro Giuli “abbiamo collaborato per la ricostruzione della cattedrale di Odessa, è un uomo di grande cultura, di grande qualità, farà sicuramente bene. Ora lavoriamo per la manovra, per raggiungere i migliori risultati. Il governo è forte, andrà avanti fino alla fine della legislatura, c’è una grande solidarietà all’interno della coalizione”.