Enrico Ruggeri, ospite di “Giletti 102.5” su RTL 102.5, sull’astensionismo alle elezioni ha affermato: “Intanto continua ad esserci una progressiva disaffezione per la politica. Sono anni nei quali abbiamo sentito gente dire ‘noi con quelli non ci andremo mai’ e poi andarci al governo o ‘quello è il mio migliore amico’ e poi dividersi. Questo comportamento un po’ opportunistico di tutta la classe politica ha raffreddato la gente”.
“Aggiungerei un dato: la premessa per la discesa in campo di Berlusconi fu quando gli chiesero chi avrebbe votato a Roma. I due contendenti erano Fini e Rutelli, entrambi gli schieramenti avevano messo in campo le superstar”, “se si fossero candidati i vari Salvini, Meloni, Renzi o Letta, queste ‘rockstar di Twitter’, non so i risultati finali ma l’affluenza sarebbe stata diversa, da una parte e dall’altra. Se si schiera la Meloni i fan della Meloni vanno a votare e quelli avversi invece vanno a votare per evitare che vinca lei. Le superstar favoriscono l’affluenza”.
Poi punta il dito contro il governo. Gli artisti, nel momento della pandemia, sono stati “lasciati da soli” dallo Stato che “li ha umiliati con quella frase infelice dei cantanti che ci fanno tanto divertire. Soprattutto ha mostrato poca conoscenza dell’argomento perché il concerto non è un ristorante, perché se tu dici ‘da oggi tu puoi suonare davanti a duemila persone’ io posso organizzare questo concerto tra sei mesi e parlo dei concerti della mia capienza. Non oso immaginare per i concerti di gente come Vasco Rossi dove devi fare una promozione, un’organizzazione capillare per portare 50.000 persone in uno stadio. E’ evidente che tutto quello che è stato fatto sul mondo dello spettacolo, al di là del disinteresse, dimostra assoluta incompetenza sui problemi veri del mondo dello spettacolo”.