Per combattere il caro-bollette si devono prendere alcune misure. In primis, si deve disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’energia prodotta da altre fonti, come le fonti rinnovabili. Una volta andava bene tenere il prezzo del gas e quello dell’energia prodotta da altre fonti, proprio per incentivare l’uso di fonti rinnovabili. Ora, non conviene più fare una cosa del genere per le speculazioni che ci sono. Infatti, se la guerra russo-ucraina è una delle cause di penuria di gas in Europa (la Russia gioca sul fatto che l’Europa sia da essa dipendente) la speculazione è la causa principale dell’aumento dei prezzi e ciò si faceva anche prima dello scoppio del conflitto.
Inoltre, si dovrà diventare autonomi dal gas russo. Negli anni, l’Italia ha fatto dei contratti con i russi perché non aveva una sua politica energetica.
Questo è un dato di fatto. Ha ritenuto più comodo prendere il gas dai russi che implementare una propria politica energetica, in nome di quell'”ambientalismo ideologico” che si è mostrato contraddittorio (basti pensare ai No Tav, che di fatto favoriscono il trasporto su gomma, o a coloro che non vogliono l’energia nucleare, i quali favoriscono l’uso di fonti fossili) e che è stato il segno dell’idea utopica della “decrescita felice”.
Si dovrà implementare una politica energetica, con la realizzazione dei rigassificatori, l’uso delle fonti rinnovabili e anche quello dell’energia nucleare. Non ci dovranno essere scuse. Servirà una politica energetica seria perché ne andrà del nostro sviluppo. Infatti, con un costo alto dell’energia elettrica non si potrà fare impresa e senza impresa non potrà esserci lavoro e si metterà in moto un circolo vizioso. Dunque, servirà un cambio di passo.