Quanto accaduto in Emilia Romagna, con le alluvioni, deve farci riflettere. Che ci sia un cambiamento climatico è evidente. Semmai, la questione riguarda ciò che ha causato tale cambiamento. Io sono della scuola di pensiero di scienziati come Franco Prodi, i quali sostengono che il clima possa cambiare naturalmente. Del resto, basterebbe aprire un libro di storia per capirlo. Mi viene in mente la glaciazione del V secolo DC. Tutto è documentato. Altri, invece, sostengono che il cambiamento climatico sia opera dell’uomo.
Comunque, non voglio buttarla nella polemica politica. Invece, bisogna tenere conto di un dato. Nel gestire l’emergenza si è stati bravi. Le cose potevano andare peggio. Però, si deve constatare il fatto che sia mancata completamente l’azione preventiva.
Conosco un po’ la zona della Romagna. Anni fa, andai a Sarsina, in Provincia di Forlì-Cesena, e conosco un po’ la zona della valle del fiume Savio. Ho idea delle criticità della zona. Eppure, in tutti questi anni, non si è fatto nulla per prevenire questi eventi. Nessuna manutenzione dei canali, per esempio. Guarda caso, uno dei corsi d’acqua che in questo periodo si stanno dimostrando problematici è il Canale Emiliano-Romagnolo, il quale è esondato.
Conosco quel territorio anche perché risiedo in Provincia di Mantova, provincia lombarda che confina con l’Emilia Romagna. Vivo a 71 Km da Modena, percorrendo l’Autostrada A22 Brennero-Modena. Se si bloccasse l’Autostrada A1 Milano-Napoli all’altezza di Modena, ci sarebbero dei problemi anche qui nel Mantovano. L’Autostrada A22 Brennero-Modena passa anche per la Provincia di Mantova e confluisce nell’Autostrada A1 proprio all’altezza della città emiliana. Ho anche un’amica che risiede a Spilamberto, nel Modenese, e che mi ha fatto vedere le condizioni del Panaro, il cui alveo è pieno di tronchi di alberi e detriti. Servono azioni preventive per convivere meglio con un clima che è mutato.