Maria Chiara Prodi, segretario generale del Cgie (Consiglio generale degli Italiani all’Estero”, sulle pagine de L’Espresso scrive: “Quest’anno compio vent’anni di emigrazione. Ero una giovane donna in Erasmus, quando sono partita per la prima volta.
Zaino in spalla, voglia di esplorare il mondo, di studiare, di mettermi alla prova.
Ne vedo a decine arrivare in questi giorni, di ragazzi come la me di allora, nella residenza universitaria che ora dirigo, a Parigi, la Maison de l’Italie. Se quando sono partita potevamo considerarci come primi fiocchi di neve, è evidente che siamo diventati una valanga”.
“Vent’anni sono passati; li ho passati, nel tempo libero, a fare volontariato nelle reti di italiani all’estero, prima nella Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, poi nel Consiglio generale degli italiani all’Estero, di cui a giugno sono stata eletta segretaria generale, prima donna e prima expat nella storia dell’istituzione a ricoprire il ruolo apicale.
Non sono sola, siamo quasi duemila volontari all’interno delle istituzioni di rappresentanza di base degli italiani all’estero. Siamo volontari al servizio del nostro Paese per renderlo migliore, anche da lontano.
Siamo ormai il 10% della popolazione italiana a vivere fuori dai confini. Possiamo considerare questa come un’emorragia senza possibilità di scampo, oppure, insieme, come la più bella condizione di comunità civile globale mai scritta”.