Emigrare è una grande opportunità, ma è fondamentale una rete di aiuto. Ne è convinto Mauro Rota, 63 anni, originario di Clusone, vive da ormai oltre 25 anni fuori dall’Italia, insieme alla moglie, Silvana Scandella e alla figlia Silvia, 27 anni.
“Aiutarsi, essere solidali con chi si trova o si è trovato o si troverà nella tua stessa situazione, può fare davvero la differenza”, osserva Mauro intervistato dall’Eco di Bergamo.
Nella sua lunga esperienza all’estero può dire di aver vissuto entrambe le situazioni: essere aiutato ed essere a sua volta punto di riferimento per altri.
Certo, trovarsi in un Paese che non si conosce, dove si parla una lingua diversa dalla tua, che ha altre usanze, magari un’altra religione e altre consuetudini culturali, può essere all’inizio un’esperienza destabilizzante. Serve tempo, poco o tanto che sia, per abituarsi alla nuova realtà e non sempre, nemmeno dopo decine di anni, ci si sente del tutto a casa. Gli italiani all’estero lo sanno molto bene.
Si può però abituarsi al nuovo stile di vita, conoscere nuove persone, stringere nuovi rapporti, scoprire nuove piacevoli abitudini. In una parola intraprendere un percorso di integrazione. Da soli è complicato, ma se qualcuno che si è trovato nella tua stessa situazione prima di te ti aiuta e ti consiglia, allora il processo può essere più semplice e gratificante.
Se hai deciso di partire, di fare un’esperienza all’estero, il nostro consiglio è quello di informarti prima, di provare a sentire quei connazionali che già vivono nel posto dove tu vorresti andare: potrebbero darti consigli preziosi e aiutarti nei primi tempi, darti alcune dritte importanti, che potrebbero rendere il tuo trasferimento più tranquillo e senza intoppi.