In questi ultimi tempi, preso da altri impegni, ho un po’ trascurato di informarmi circa i soccorsi ai terremotati, convinto, dopo aver ascoltato a suo tempo la valanga delle assicurazioni istituzionali, che sarebbe stato fatto tutto al più presto, sarebbe il caso di dire “entro e non oltre subito”; dai media, ho appreso che la fine dell’emergenza, a distanza di circa sei mesi, è ancora una chimera e che specialmente nelle campagne, ove insistono piccoli allevamenti di bestiame, la situazione è semplicemente tragica.
La questione è ancor più paradossale se si pensa che una ditta italiana, la Ruben Haus di Bolzano, ha dichiarato appena dopo il sisma di essere in grado di fornire dei moduli abitativi in legno massiccio in sole tre settimane e ad un costo nettamente inferiore a quelli ordinati dal governo.
Si tratta dei moduli abitativi installati dopo il terremoto del 1985 a Norcia e che sono tuttora in piedi. La questione è totalmente assurda e degna della massima riflessione.
Nel 1939 a soli tre mesi dal sisma le prime case vennero consegnate alle popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia. Furono costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. I prefabbricati di allora in legno resistettero anche al sisma dell’Irpinia.
Di fronte a tale andazzo ogni commento diventa superfluo.
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