Nella Beirut dilaniata dall’esplosione di martedì i bambini sono ancora la volta le vittime più vulnerabili. Traumatizzati da questa catastrofe, sfollati da casa, moltissimi bambini rischiano di non riprendere gli studi e ingrossare le fila dei bambini lavoratori e delle spose bambine, anche a causa della pesantissima crisi economica in cui si trovava già prima il Paese per il default e la pandemia da Covid-19.
Non è ancora chiaro quante strutture scolastiche risultino inutilizzabili a causa dell’esplosione, avvenuta a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico. Il settore scolastico pubblico peraltro risultava già fragilissimo a causa della mancanza di risorse e dell’afflusso, negli ultimi anni, di oltre 600.000 bambini siriani in fuga dalla guerra. Tre ospedali di Beirut sono completamente distrutti, altri due hanno subito ingenti danni, il Porto è stato spazzato via e anche l’aeroporto è danneggiato. Tra le centinaia, forse migliaia di edifici polverizzati dall’esplosione ci sono anche i depositi di medicinali e le riserve di grano di tutto il Libano, che adesso giacciono sulla banchina come una grande spiaggia artificiale.
“Le conseguenze sui bambini sono incalcolabili”, spiega Ilaria Masieri, responsabile dei progetti in Libano. “Stiamo studiando modalità efficaci per portare soccorso psicologico, assistenza materiale e beni di prima necessità alle famiglie con bambini nelle zone più colpite. Già oggi il nostro team di Child Protection sta organizzando attività di assistenza psicosociale con i bambini e le famiglie a Gemmayzeh, Mar Mikhail e Sassine, 3 dei quartieri più colpiti della capitale.È fondamentale stare accanto ai più piccoli nei momenti di crisi, sostenerli nella elaborazione dei traumi ed offrire loro opportunità di studio e di gioco, spazi sicuri, una vita il più possibile normale”.
Lo staff di Terre des Hommes Italia si sta mobilitando per garantire attività di supporto psicosociale alle bambine e ai bambini colpiti dall’emergenza. Saranno creati spazi protetti per i bambini al lato delle tende che in questo momento stanno distribuendo cibo e materiali di prima necessità alle persone sfollate. Qui gli operatori realizzeranno attività strutturate di supporto psicosociale per garantire ai bambini e alle bambine uno spazio sicuro dove poter esprimere e elaborare l’evento traumatico di cui sono stati vittime e testimoni. Inoltre Terre des Hommes Italia sta monitorando i bisogni all’interno delle scuole e degli alberghi, nei dintorni di Beirut, che stanno iniziando ad accogliere le famiglie rimaste senza casa.
Terre des Hommes è presente in Libano da 15 anni con decine di interventi di sostegno all’educazione e protezione dei bambini vulnerabili libanesi e dei bambini rifugiati siriani, siriopalestinesi e palestinesi. Con il solo progetto Back to the Future, finanziato con il fondo Madad dell’Unione Europea, ha ristrutturato 8 scuole e riportato a scuola oltre 25.000 bambini.
Ma per questa congiuntura così negativa serve l’aiuto di tutti. “Chiediamo che il nostro governo, la comunità internazionale e la società civile si adoperino al più presto per permettere agli operatori sul campo non solo di rispondere ai bisogni immediati della popolazione, in particolare dei bambini,” spiega Masieri, “ma di costruire sul terreno le condizioni perché i loro diritti non siano brutalmente violati”.