Come fan di Elvis Presley, da quando il re del rock era ancora in vita, ho trascorso un po’ di tempo oggi, giorno dell’anniversario della sua morte, ad ascoltare la sua musica e a leggere articoli e notizie che lo riguardano. Una in particolare mi ha deluso e schifato, soprattutto perché si tratta delle opinioni di un cantante italiano molto conosciuto: Roberto Vecchioni. In un articolo del Corriere della Sera del 1997 Vecchioni dice testualmente: "Presley mito? E’ soltanto un reperto archeologico. Era un personaggio finto. E non può essere un modello: troppo spicciolo e rozzo".
Ecco, ora io vorrei che il sig. Vecchioni si giustificasse meglio davanti alle decine di milioni di fans che oggi ricordano il 16 agosto quasi come un venerdi santo. Per Vecchioni un artista che a distanza di 34 anni dalla morte è capace di attirare sulla sua tomba una processione di cinquanta o settantamila persone con una candela accesa tra le mani è un reperto archeologico. Vergogna.
Per Vecchioni chi ha superato da tempo il miliardo di dischi venduti è un personaggio finto. Per Vecchioni chi ha vinto 168 dischi d’oro è un artista indegno di essere ricordato e lodato. Lo sa il sig. Vecchioni che Elvis donò milioni e milioni di dollari ad orfanotrofi e associazioni benefiche per tutta la sua vita? Non va però per lui preso come esempio. Perché non va a Memphis a farsi un giro, se non ci è ancora stato. Graceland, dopo la Casa Bianca, è il museo nazionale più visitato d’America. Nessun altro cantante al mondo ha mai ottenuto il successo di Elvis Presley, nessun altro ha mai avuto il suo carisma. A noi, invece, ci tocca vedere il festival di Sanremo, ma per fortuna abbiamo in mano un telecomando ed io, quando ho visto il professor Vecchioni parlare di politica ad un festival della canzone… ho cambiato canale. Si nasconda professore o ritiri le sue dichiarazioni con tante scuse.
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