Professori e manager di lusso e di sostanza: in conferenza stampa il nuovo governo esordisce davanti ai giornalisti nella spiegazione (e giustificazione) dei provvedimenti presi per salvare il Paese, mentre in un silenzio rispettoso e deferente la stampa si prepara a registrare.
Monti parla per un’ora, elegante, forbito, a tratti didascalico: non sentiamo nulla di concreto, se non generiche allusioni alla morale, alla correttezza e alla competenza dei cosiddetti tecnici, nonche’ alla necessita’ di sacrifici benefici e formativi per cittadini avvezzi alla spensieratezza.
Poi arriva lei, Elsa Fornero, ministro del welfare e del lavoro, viso segnato dal tempo ed espressione dolce e malinconica. Si avventura in delucidazioni sugli aspetti della manovra più difficili da digerire, che riguardano le pensioni future ma anche quelle presenti. Si esprime pacatamente, muovendosi molto bene nei meandri della filosofia politica, spiegando il legame indissolubile tra lavoro e pensione, tra contributi versati e diritti acquisiti. Si intuisce in lei la volonta’ determinata di mettere ordine in un settore delicato, ma anche una sfumatura di disagio, quasi di compartecipazione alla rabbia del popolo dei pensionandi, e come una rassegnata esposizione del suo ruolo alla reazione prevedibile delle masse.
Proprio quando sta per annunciare la cancellazione dell’aumento Istat per il biennio 2012/ 2013 su tutte le pensioni sopra i mille euro, la voce le si incrina, la parola si blocca, gli occhi si inumidiscono, l’emozione la sovrasta e le risulta impossibile continuare. Le viene quasi subito in aiuto il professor Monti, che riprende con disinvoltura il filo del discorso con una vaga aria paternalistica. La parola passa quindi a Grilli, a Giarda, uomini più adatti ai numeri che alle lettere (in senso letterario!) e dopo un po’ ritorna al ministro Fornero, ormai ripresasi dalla debolezza sentimentale.
Che dire di questa nostra nuova esperienza di cittadini teledipendenti ed elettori plurivaccinati? Non ci era capitato prima d’ora di vedere un ministro commuoversi, sciogliersi, umanizzarsi, di sentirlo in empatia con il popolo, in piena corrispondenza con la durezza della parola "sacrificio" spesa troppe volte su provvedimenti indigeribili. Abbiamo imparato a riconoscerla, il ministro Fornero, tra tutti quei robot senza cuore e senza sangue. Ci piace il suo modo di fare, ci conforta la sua sensibilita’, ci convice la sua etica del lavoro.
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