Elsa Fornero, ex Ministro del governo Monti, ha parlato dei primi discorsi di Conte a Radio Cusano Campus: “Mi è parso un po’ disorientato, il che è anche comprensibile. Anche emozionato, è chiaro che non è facile ritrovarsi in questo ruolo per una persona che non aveva pianificato di diventare presidente del Consiglio nonostante il grande appoggio che aveva tra senatori e deputati, che lo hanno accompagnato quasi con un tifo calcistico. Ha preso impegni alquanto generici, non ha presentato un programma, perché un programma è fatto di obiettivi, tempi e risorse per raggiungerli. Mi auguro comunque che questo governo, al di là della simpatia o dell’antipatia che si può provare per i suoi membri, faccia bene per il Paese. E mi auguro che l’opposizione si differenzi rispetto a quanto accaduto prima in termini di violenza verbale, bugie, astio e cattiverie. Non cascherò mai in questa trappola”.
Questione flat tax: “Mi sembra che abbiano fatto confusione tra proporzionalità e progressività. Capita anche agli studenti del primo anno di economia. C’è differenza tra proporzione e aumento della proporzione all’aumentare della ricchezza. La proporzione aumenta all’aumentare della ricchezza. Cioè, se io sono più ricca non solo devo pagare proporzionalmente di più, ma l’aliquota che si calcola deve essere più alta. In questo sta la progressività. Se la flat tax fosse declinata in modo intelligente potrebbe anche funzionare, così come l’hanno presentata, tagliata con l’accetta, è un grandissimo rischio per il nostro paese, è un rischio di regressività. Altro che risolvere i problemi degli italiani, se ne creerebbero molti di più”.
Il Premier Conte non ha nominato la riforma Fornero nel corso dei suoi interventi: “Penso che sia una questione di civiltà, il che significa che probabilmente si stacca da questa personalizzazione eccessiva che è stata fatta e che ha contraddistinto anche il successo della campagna elettorale di qualcuno. Spero che questo continui. E poi è cambiato il linguaggio. Prima dicevano che volevano cancellare e abolire la legge, ora invece dicono che vogliono superarla. Sul significato del termine superamento potremmo discutere per un’ora. Stanno cercando di cambiare linguaggio perché si rendono conto che cancellare una legge potrebbe essere anche facile se si fosse così ingenui da non sapere che se si cancella una riforma bisogna predisporre in modo molto chiaro come si coprono i costi”.
Su quota cento: “Molte cose sono attuabili, non ci sono scelte obbligate. Quando c’è stata la riforma Fornero eravamo obbligati a fare certe scelte, dovevamo evitare una crisi finanziaria che non avrebbe fatto male ai banchieri ma avrebbe fatto molto male agli italiani. Se si vuole quota 100 la si può anche fare. Basta trovare i 5 miliardi, dicono loro anche se io credo che il costo sia maggiore. Come si possono trovare? O aumentando le imposte o riducendo le spese. Non abbiamo 5 miliardi sprechi. Se poi vogliono toglierli all’istruzione o alla sanità lo possono fare, anche se non credo che sia opportuno. Oppure si aumenta il debito, e questo vuol dire mettere quei 5 miliardi a carico dei giovani. Non esistono cose gratis”.