“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi” (Bertrand Russell)
“Il dubbio è l’inizio della saggezza” (Cartesio)
“Si parla tanto del bello che è nella certezza; sembra che si ignori la bellezza più sottile che è nel dubbio. Credere è molto monotono, il dubbio è profondamente appassionante. Stare all’erta, ecco la vita; essere cullato nella tranquillità, ecco la morte” (Oscar Wilde)
“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore” (William Shakespeare)
“Sono afflitto da dubbi. E se tutto fosse un’illusione, se nulla esistesse? Ma allora avrei pagato uno sproposito per quel tappeto!” (Woody Allen)
ANCHE SENZA TRUMP
Anche senza Trump e la sconfitta (truccata?) o l’impeachment, resta la scontentezza di metà degli americani. Non saprei dirvi quando, però prima o poi avremo la verità, una versione convincente del caso Trump-Biden, cioè sul mistero dei risultati elettorali.
Alcuni lettori mi chiedono le mie opinioni e previsioni, con una stima a volte esagerata (li ringrazio). Altri perfidamente mi ricordano quanto e come abbia sostenuto il presidente uscente, fino a pronosticare la sua rielezione.
LE SCOMMESSE SI FANNO E SI PERDONO
Rispondo, spero, a tutto: elogi e critiche. Sul pronostico: le scommesse, se si fanno, si vincono e si perdono. Questa rubrica è partita col primo numero de “La Veritá” e mi vanto di aver pronosticato che Matteo Renzi non avrebbe mangiato il panettone a Palazzo Chigi. Era il 20 settembre 2016, Renzi il Bullo era al massimo livello del suo potere, ma prima di dicembre fu disarcionato, per l’arroganza abituale: puntò tutto sulla vittoria in un referendum, di cui pochi sentivano la necessità.
Quanto a Donal Trump, fui tra i pochi a scommettere sul suo clamoroso successo nella competizione con Hillary Clinton. Interpretò in modo straordinario lo stato d’animo, di protesta e ribellione, di milioni di americani. Nel suo primo mandato ha regnato con grinta e coerenza e ha ottenuto risultati importanti.
I DUBBI SUL VOTO POSTALE
Nella sfida con Joe Biden, ultraottuagenario, moderato, ha ottenuto un gran successo di voti. Ufficialmente, a sorpresa, Biden lo ha battuto. Il voto postale è stato decisivo, ma facilmente truccabile e anche verosimilmente truccato. Come questo giornale ha scritto, il problema americano non è il declino di Trump, ma la spaccatura evidente degli Stati Uniti: tra chi desidera prudenza e conservazione e la dilagante delusione di chi preferiva Trump, leader sovranista. Disagi e scontentezza restano, anche senza Trump. Non mi piace, e respingo, la violenza al Senato. Ma la ribellione c’è, è un fatto gigantesco; ed è sempre un errore non valutare i fatti.