Si è svolta a Washington la grande festa della Niaf, la potentissima associazione degli Italo americani che oggi sarebbe molto più corretto chiamare americani italiani.
Quando tutti i grandi discendenti degli emigrati di Ellis Island si concentrano indossando lo smoking, il popolare “tux”, vuol dire che è arrivata l’ora delle grandi manovre.
L’atmosfera ha un forte sapore politico: i numeri dei sondaggi non lo dicono affatto, ma la sensazione che corre e lievita come una gigantesca torta è quella di una vittoria di Trump.
Paolo Guzzanti, in un editoriale pubblicato su Il Riformista, ricorda che la Niaf, fondazione nazionale degli americani di origine italiana, “è sempre stata repubblicana e lo era certamente in questa 48esima edizione a Washington con grandi schermi e podio per i saluti dalla Casa Bianca. Il rango e la potenza elettorale della Niaf non merita sempre la presenza del Presidente, ma stavolta Joe Biden c’era e ha lusingato la platea: ‘Michelangelo vedeva l’angelo nel marmo e il suo scalpello lo rendeva libero: è ciò che gli italiani hanno fatto per l’America’. Applausi e giubilo al galà”.
La domanda è lecita: riusciranno queste lusinghe ad attirare un solo voto per i democratici? “Per ora ci troviamo davanti ad un effetto di percezione che non coincide con i numeri e la stessa capitale sembra tutta di umore repubblicano e nei palazzi si disegnano organigrammi e liste di proscrizione. Molto visibile il tifo e Trump è sempre più teatrale. Ma – scrive Guzzanti – nessuno può dire ancora che abbia vinto”.