Le elezioni in Sardegna sono finite con una vittoria di strettissima misura di Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 Stelle sostenuto dal centrosinistra. Il candidato di centrodestra Paolo Truzzu è stato sconfitto. Così, la Sardegna torna al centrosinistra.
Truzzu ha pagato per il voto disgiunto. Todde ha preso il 45,3% e Truzzu si è fermato al 45,0%. Eppure, la coalizione di centrodestra ha sfiorato il 49% dei consensi. Dunque, il candidato è stato più debole della coalizione che lo ha sostenuto. Evidentemente, qualcosa è andato storto.
Prima della candidatura di Truzzu, i sondaggi davano Todde nettamente favorita per via del giudizio negativo dato dai sardi alla Giunta del presidente uscente Christian Solinas, sul quale pesano delle indagini giudiziarie. Sia chiaro, finché è solo indagato e non ci sarà una sentenza definitiva di condanna, Solinas è un presunto innocente. Ma in tempo di elezioni tutto fa brodo, ovviamente per i giallorossi di Todde e le compagini avverse.
Fratelli d’Italia ha perso la presidenza della Sicilia, con la candidatura del forzista Renato Schifani (attuale presidente della regione) al posto del presidente uscente Nello Musumeci.
La non ricandidatura di Musumeci e la scelta di Schifani sono state imposte a Fratelli d’Italia, il quale (però) ha sostenuto il forzista, pur con dei mugugni, anche perché il partito di Giorgia Meloni era il primo partito della coalizione. Così, per le elezioni sarde si è optato per Truzzu, sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia, con lo stesso metodo usato da Forza Italia in Sicilia.
Fratelli d’Italia ha voluto Truzzu a tutti i costi. La decisione ha creato non pochi mugugni nel centrodestra, specie da parte della Lega. Quest’ultima ha sostenuto Solinas, col Partito d’Azione Sardo. Con Truzzu, il centrodestra è andato in rimonta. Però non è bastato.
Qualcosa di strano è accaduto. Una parte dell’elettorato di centrodestra non ha votato Truzzu ma ha espresso un voto disgiunto. Il sospetto è che una parte dell’elettorato di centrodestra abbia votato il candidato consigliere del partito della coalizione di appartenenza e uno dei candidati alla presidenza della regione espressi dalle altre compagini.
Penso per esempio al “terzo incomodo”, l’ex-presidente della regione Renato Soru. Forse, il modo nel quale Truzzu è stato candidato potrebbe avere dato fastidio a qualcuno?
Ricordo che la Lega voleva una seconda candidatura per il presidente uscente Solinas e Fratelli d’Italia si è opposto. Quindi, potrebbe esserci stata una vendetta di qualcuno che non ha gradito ciò? Non penso che l’esito del voto sia un giudizio contro la premier Giorgia Meloni ma nei confronti della politica sarda. Del resto, in Sardegna non c’è mai stata continuità ed ogni elezione è sempre stata vinta dall’opposizione. Certamente, se anche le prossime elezioni regionali e quelle europee andassero male per il centrodestra la situazione sarebbe diversa e un campanello d’allarme dovrebbe suonare a Palazzo Chigi.