Roma – È l’ingovernabilità l’unico partito che esce vincitore dalle urne del 24 e 25 febbraio. Le operazioni di scrutinio che si stanno concludendo in queste ore consegnano un inquietante scenario fatto da un Parlamento tripartito diviso tra un Pd barcollante, un Pdl rinvigorito e un agguerrito gruppo di grillini, vera rivelazione di questo voto. Stand agli ultimi dati diffusi dal Viminale, il centrosinistra conquista la Camera attestandosi al 30 per cento, distanziando di soli due punti il centrodestra che si attesta al 28 per cento mentre Grillo arriva a toccare il 25 per cento. Sfiora il 10 per cento la lista Monti. Diverso lo scenario al Senato che, a causa dei meccanismi dell’attuale legge elettorale, viene consegnato al Pdl, che sfonda il 30 per cento e conquista le regioni chiave, nonostante il Pd conti più voti dal punto di vista numerico. Anche qui si registra un exploit Movimento cinque stelle che arriva al 23 per cento. Raggiunge a malapena il 2 per cento, invece, la lista collegata a Casini. Oltre a confermare l’affluenza in calo già annunciata alla chiusura dei seggi alle 22 di domenica, lo scrutinio ha sancito definitivamente l’affermazione del Movimento di Grillo e la morte politica del premier tecnico. Tra i grandi sconfitti, Mario Monti e Nichi Vendola, attestatisi ben al di sotto delle aspettative così come Ingroia che ha commentato: "Il nostro risultato non è affatto scarso, la sconfitta del centrosinistra è addebitabile al leader del Pd, che ha respinto la possibilità da me offerta di un confronto e di un’alleanza”.
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