Oggi la giornata politica inizia con le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda al Correre della Sera. Elezioni a giugno? “Un rischio per il Paese”, dice l’esponente del governo. “Andare alle elezioni a giugno o peggio ad aprile rappresenta a mio avviso un serio rischio per la tenuta del Paese”.
Secondo Calenda “il tema non e’ in quanto tempo si riuscira’ a fare la legge elettorale, che e’ condizione necessaria ma a mio avviso non sufficiente. Il vero tema e’ mettere in sicurezza il Paese e le riforme fatte del governo Renzi. Infatti la mia prospettiva e’ piu’ economica che politica. E ritengo sia imperativo riflettere sui rischi collegati alla scelta di andare subito alle elezioni”.
Il ragionamento del ministro è chiaro: “Quando dico che andare al voto in giugno o peggio in aprile rappresenta un rischio, e’ perche’ di qui ad allora il governo avra’ una serie di appuntamenti ineludibili: bisognera’ attuare le iniziative per stabilizzare il sistema bancario, andra’ implementato il piano Minniti sull’immigrazione per fronteggiare gli sbarchi estivi, andra’ impostato il lavoro sulla ricostruzione nelle aree terremotate, andranno fronteggiate alcune difficili e fondamentali crisi industriali. Pensare di gestire tutto cio’ e molto altro con un esecutivo dimissionario, nel mezzo di una campagna elettorale, mi pare un azzardo”.
LE REAZIONI POLITICHE Le parole di Calenda per i “sovranisti” sono dei pugni nello stomaco. Matteo Salvini e Giorgia Meloni non le mandano di certo a dire: Calenda sbaglia, sostengono, noi vogliamo andare al voto subito, ribadiscono.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia Calenda “esegue gli ordini di Napolitano”, praticamente dice che “il popolo non puo’ esercitare la sua sovranita’ perche’ bisogna mettere al sicuro le ridicole riforme di Renzi bocciate dagli italiani il 4 dicembre. Ma siamo impazziti? Calenda se ne faccia una ragione: il tempo a Palazzo Chigi dei maggiordomi delle lobby e dei poteri forti e’ scaduto e l’Italia Sovrana vuole andare al voto ora, elezioni subito”.
Il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook scrive: “Ci riprovano con le minacce. Il ‘ministro dello sviluppo economico’ (di chi?), l’amico dei vertici di Confindustria (quelli del Si’ al referendum), l’esecutore degli ordini di Bruxelles, il signor Calenda, dichiara che l’Italia e’ “a rischio” se ci fossero elezioni a giugno… paura di perdere la poltrona? E mentre lui parla, disoccupazione, debito e poverta’ crescono”.
Area Popolare sostiene invece Calenda. Maurizio Lupi, presidente dei deputati Ap, in una nota sottolinea: “Il dibattito sulla legge elettorale – che va fatta rapidamente, di cui c’è evidentemente bisogno, ma c’è bisogno di una buona legge e non di una legge purchessia – non deve distogliere il governo e chi ha ancora un po’ di responsabilità in questo Paese dall’affrontare i gravi e urgenti problemi che lo affliggono, che pesano cioè sui cittadini. Non sto a rifare l’elenco, quello proposto da Calenda mi sembra esauriente. È dalla risoluzione di questi problemi che la classe politica può riacquistare credibilità e riavvicinarsi alla gente, non dagli artificiosi e strumentali dibattiti su vitalizi che non ci sono più”.
Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia, commenta così: “Le parole del ministro Calenda sono improntate alla ragionevolezza e vanno valutate con molta attenzione. Forza Italia vuole che gli italiani possano tornare alle urne in tempi rapidi, ma l’accelerazione del voto a giugno presenterebbe notevoli rischi per il Paese. Sia perché le leggi elettorali di Camera e Senato vanno armonizzate con la dovuta riflessione, sia perché gli impegni e i problemi urgenti che attendono l’Italia, dalla ripresa dello spread a quelli di carattere internazionale come il G7, necessitano di un governo nel pieno delle sue funzioni e della sua legittimità. Si avvii, una volta conosciute le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, un confronto serio tra le forze politiche per dare al Paese una legge elettorale capace di coniugare rappresentanza e governabilità, ma non si facciano salti nel vuoto per interessi di parte che nulla hanno a che vedere con quelli degli italiani”.
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