La crisi di governo ha rotto le uova nel paniere al segretario del Partito Democratico Enrico Letta. Il suo piano di modifica della legge elettorale, con l’introduzione della soglia di sbarramento al 4%, non si potrà attuare, visto che il Parlamento è sciolto. Del resto, il motivo per il quale il Partito Democratico era contro le elezioni anticipate era da intuire. Ad oggi, i sondaggi non danno il centrosinistra in vantaggio. Letta ed i suoi volevano creare le condizioni con le quali poter vincere le elezioni. Questo piano non è riuscito.
Partiti come Italia Viva ed Azione potrebbero fare una piccola coalizione tra loro (magari includendo anche qualche transfuga del centrodestra) e diventare quel centro mobile che se acquistasse un certo numero di voti e non venisse fuori una maggioranza chiara alle elezioni del 25 settembre potrebbe diventare l’ago della bilancia nel nuovo Parlamento. Inoltre, Letta avrà altri grattacapi.
Per esempio, il Partito Democratico si alleerà o no con il Movimento 5 Stelle? Inoltre, se il Partito Democratico riuscisse ad allearsi con Italia Viva ed Azione, partiti come Sinistra Italiana potrebbero correre da soli?
Alla fine, potrebbe saltare fuori una coalizione simile a quella del 2006, la quale era un’accozzaglia che metteva insieme Paola Binetti, Clemente Mastella, Marco Pannella, Fausto Bertinotti e Vladimir Luxuria? Sappiamo tutti come andarono le cose nel 2006.
Quel centrosinistra che metteva insieme tutto ed il contrario di tutto vinse le elezioni, con un margine veramente esiguo, specialmente al Senato, ma il Governo espresso da esso e presieduto da Romano Prodi cadde dopo due anni. Quella coalizione fu fatta per non fare vincere il centrodestra e non per governare. Dunque, la storia potrebbe ripetersi?