Nel mese di gennaio del prossimo anno si voterà in Emilia-Romagna. I due contendenti saranno il presidente uscente Stefano Bonaccini (espressione del centrosinistra) e la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, che sarà candidata del centrodestra. Forse, una regione storicamente di sinistra come l’Emilia-Romagna non è mai stata contendibile come questa volta. Così, è guerra di sondaggi. Alcuni di questi ultimi danno per vincente Bonaccini ed altre Borgonzoni. Ora, i vari politologi dibattono su chi dei due contendenti avrà più da perdere.
La sensazione è che il Partito Democratico ed il centrosinistra abbiano più da perdere rispetto al centrodestra. Dopo avere perso già due roccaforti come l’Umbria e la Basilicata, il centrosinistra subirebbe un colpo davvero duro se perdesse anche l’Emilia-Romagna. Perdere l’Emilia-Romagna segnerebbe la fine di questa sinistra.
Dal canto suo, se vincesse, il centrodestra sarebbe ancora più galvanizzato perché vincerebbe per la prima volta in una regione nella quale, come si direbbe nel mondo del calcio, non ha mai toccato palla. Così, la campagna elettorale si è inasprita poiché la posta in gioco non è solo una regione ma (di riflesso) è anche il governo di questo Paese.
Una sconfitta del centrosinistra indebolirebbe ulteriormente questo governo che già piace a pochi e che è retto da una maggioranza raccogliticcia nata da un accordo di palazzo e non da elezioni.