“La manovra finanziaria per il 2019 e per il prossimo triennio, dopo il finto passaggio iniziale, torna alla Camera per l’approvazione definitiva, con la pesante ipoteca di una nuova fiducia che renderà vano qualsiasi tentativo di miglioramento. Parliamo dei nostri tentativi e dei nostri emendamenti perché, francamente, quelli degli altri parlamentari eletti all’estero semplicemente non sono pervenuti. Affronteremo questa ulteriore pagina di una vicenda inquietante prima di tutto con il proposito di fare tutto il possibile, dentro e fuori dall’Aula, per tutelare la dignità e le prerogative del Parlamento, cinicamente calpestate, e con esse la correttezza della vita democratica”. Lo dichiarano in una nota i Parlamentari Pd della circoscrizione Estero, Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro.
“Faremo tutto il possibile, poi, dentro e fuori dal Parlamento, per tutelare gli interessi del Paese e dei suoi gruppi sociali fondamentali, soprattutto i più bisognosi e i più operosi, esposti ai contraccolpi di una manovra senza presente e senza futuro, che scarica un grave peso sulle prossime generazioni.
Faremo tutto il possibile, infine, per far sentire la voce e le esigenze degli italiani all’estero, ignorate anche quando si trattava semplicemente di consolidare le posizioni acquisite. Ci riferiamo al milione di euro tolto ai Comites per i loro progetti, ai circa 400.000 euro tolti al CGIE, costretto ora a rivedere le sue molteplici iniziative, all’eliminazione del milione di euro aggiuntivo (2+1) per la stampa in italiano all’estero, frutto di nostri emendamenti negli ultimi due anni, ai due milioni a sostegno dei nostri connazionali in Venezuela (1 in bilancio + 1 del nostro emendamento a prima firma Porta), che ora bisognerà recuperare dal calderone generale, togliendoli ad altre destinazioni”.
“La misura di riequilibrio dei livelli del personale MAECI, dopo le 300 assunzioni dello scorso anno, rientranti in un programma pluriennale già annunciato dal Segretario generale della Farnesina Ambasciatrice Elisabetta Belloni in audizione alla Camera il 9-10-2018, è certamente positiva, ma in prospettiva perché per quest’anno è bloccata dalla norma di salvaguardia inserita nella manovra, che impedisce di fare i concorsi prima del 15 novembre 2019”.
“In una manovra largamente attraversata da questioni assistenziali e previdenziali, inoltre, non si dice una sola parola sul destino degli italiani all’estero in questo settore. Né si è ritenuto di accondiscendere alla richiesta, sottoscritta da uno schieramento trasversale, di consolidare la funzione delle Camere italiane di commercio all’estero, che hanno un effetto moltiplicatore degli investimenti delle imprese italiane nel mondo. Si istituisce poi il Consiglio nazionale dei giovani, in sostituzione del Forum dei giovani, ma i giovani italiani all’estero naturalmente non esistono.
Poiché la manovra segnala oltre il 2020 una drammatica emergenza finanziaria, ribadiamo la nostra grave preoccupazione per il baratro che dal 2021 si aprirà nelle risorse destinate al sostegno del sistema della lingua e della cultura italiane all’estero. Sarebbe una regressione insostenibile e un colpo pesantissimo alla promozione integrata del Sistema Italia nel mondo.
Nel frattempo, la stessa maggioranza sta procedendo parallelamente alla riduzione del numero degli eletti nella circoscrizione Estero, che diventerebbero un’espressione puramente simbolica della presenza di oltre sei milioni di cittadini sparsi nel mondo.
Di fronte a questi forti chiaroscuri, l’esultanza di una formazione sostanzialmente ininfluente negli equilibri di governo come il MAIE è semplicemente pittoresca, come la favola della mosca cocchiera. Come è allarmante che chi ha le maggiori responsabilità verso gli italiani all’estero metta nelle mani di gazzettieri e imbonitori propagandistici il suo ruolo istituzionale, anziché chiamare tutte le forze disponibili, in modo trasversale, a cercare di non far regredire la situazione che si era riaperta dopo anni di sacrifici dovuti alla crisi, continuando a fare passi misurati e concreti lungo una strada di miglioramento”.
“Per noi – concludono i dem – è il momento di unire le forze e di farsi sentire, al di là delle differenze partitiche e di schieramento, nella convinzione che quello che riusciremo a fare per gli italiani all’estero servirà anche ad aiutare il Paese nel difficile momento che esso attraversa”.