«C’è nel mondo una grande richiesta d’Italia. L’immagine che del nostro Paese si ha all’estero è migliore – decisamente migliore – di quella che qui, in Patria, talvolta ci rappresentiamo». È uno dei passaggi più significativi del messaggio che il Presidente Mattarella ha affidato alla nuova trasmissione Italia con voi di RAI Italia, aggiungendo: «Voi italiani nel mondo, figli di emigrati o all’estero per motivi di lavoro o di studio, rappresentate autenticamente gli avamposti, i punti avanzati dell’amicizia tra l’Italia e gli altri Paesi. In Italia siamo fieri di voi».
Siamo infinitamente grati al Presidente Mattarella per queste parole di apprezzamento e di riconoscimento, che fanno giustizia, per altro, di ben altre affermazioni di autorevoli esponenti politici e ministri in carica. Sarebbe il caso di riflettere, tuttavia, su quale sia il modo per preservare all’estero una buona immagine dell’Italia e su quale concreto apporto possa essere richiesto agli italiani nel mondo per fare in modo che il credito che essi hanno nelle società di residenza diventi sempre di più una leva fondamentale di presenza dell’Italia nel contesto globale.
La buona immagine all’estero dell’Italia non è piovuta dal cielo, ma è il frutto di una conduzione politico-istituzionale fondata sul rispetto delle regole internazionali, su rapporti costruttivi e leali con i nostri partner storici, sul volto equilibrato, operoso e riformatore che la classe dirigente ha saputo offrire di sé dopo parentesi anche imbarazzanti, sul sostegno al dinamismo delle aziende portatrici del Made in Italy, vero biglietto da visita di un Paese coraggioso e creativo. Tutto il contrario di quanto sta accadendo sotto i nostri occhi dopo i primi mesi di vita del nuovo governo. Lo diciamo non per polemica preconcetta, ma con un sentimento di preoccupazione vera, sperando che vi siano indispensabili e urgenti correzioni di rotta.
L’altro aspetto riguarda le politiche di spinta all’internazionalizzazione del Sistema Italia, che stanno gradualmente affondando nelle sabbie mobili di un pantano assistenzialistico nel quale la semplice regola del produrre per risanare lo Stato e aprire spazi di lavoro non trova alcuna eco. In questo modo si spreca la grande occasione di milioni di persone che vivono all’estero e che non chiedono altro che incrociare positivamente occasioni e progetti per aiutare l’Italia ad affermarsi.
Grazie, dunque, Presidente, ma ogni giorno di più ci convinciamo che ci sia molto da fare e da cambiare per corrispondere positivamente alle sue nobili indicazioni.
I Parlamentari PD Estero: Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro