Al terzo giorno di presidio di piazza Tahrir per protestare contro la sentenza del processo Mubarak, la protesta alza la posta, aumenta la pressione e annuncia per domani una mega manifestazione ‘di un milione’ di persone come quelle che hanno scatenato la rivoluzione che, a febbraio, ha deposto Hosni Mubarak.
I principali movimenti anti Mubarak hanno indetto la mega protesta alla quale hanno annunciato la loro presenza anche i due principali candidati sconfitti al primo turno delle presidenziali, il nasseriano Hamdin Sabbahi e Adbel Moneim Abul Fotouh, filo islamico moderato, cacciato dai Fratelli musulmani, rispettivamente terzo a quarto classificato. Arriveranno nella piazza simbolo della rivolta egiziana e della primavera araba nel pomeriggio di domani alla testa di due cortei che muoveranno da due quartieri della capitale.
Abul Fotouh e Sabbahi hanno avuto oggi una girandola di incontri per definire un fronte comune anti-Shafiq, l’ultimo premier sotto Mubarak, che e’ arrivato al secondo turno delle presidenziali, in programma il 16 e 17 giugno.
In una conferenza stampa con l’altro escluso, Khaled Ali, attivista dei diritti umani, hanno rinnovato la denuncia di brogli e frodi elettorali, sostenendo che un milione di schede a loro favore e’ stato annullato al primo turno.
Abul Fotouh e Sabbahi hanno anche incontrato il candidato dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi, un dialogo inedito fra gli oppositori a Shafiq, che finora avevano mantenuto rigidamente le distanze fra di loro, ricompattati dalla sentenza che ha condannato all’ergastolo Mubarak e il suo ministro dell’interno Habib el Adly, ma ha prosciolto i sei collaboratori dell’ex ministro, responsabili della sicurezza durante la rivoluzione, e i due figli dell’ex rais.
Dal colloquio durato due ore e mezza, riferisce lo staff di Abul Fotouh, e’ emersa un’intesa per procedere con urgenza a un nuovo giudizio nei confronti di Mubarak e degli esponenti dell’ancien regime per i morti della rivoluzione e la corruzione, per continuare la pressione popolare per l’applicazione della legge che escluderebbe gli esponenti del regime dell’ex rais (Shafiq) dalla vita politica prima del secondo turno delle presidenziali, e per organizzare elezioni corrette e regolari.
I tre danno la loro adesione alla grande manifestazione di domani e affermano la volonta’ di esaminare la formazione di un consiglio presidenziale civile per assicurare il passaggio pacifico del potere ad una autorita’ civile: un tentativo per rinviare il ballottaggio di meta’ giugno, le cui operazioni di voto sono in corso gia’ da ieri per gli egiziani residenti all’estero.
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