Secondo giorno di voto in Egitto per il rinnovo del Parlamento. Quasi quindici milioni di elettori egiziani sono stati chiamati ieri e oggi per designare i loro deputati nell’ultimo "terzo" del Paese, una maratona elettorale dominata in modo schiacciante dalle formazioni politiche islamiste. I seggi hanno aperto alle 8 di questa mattina (le 7 italiane): sarà possibile esercitare il proprio diritto in nove dei ventisette governatorati del Paese più popolato del mondo arabo, con oltre 82 milioni di abitanti.
Queste elezioni sono le prime dalla caduta del presidente Hosni Mubarak lo scorso febbraio. La terza e ultima zona di voto per l’Assemblea del popolo (camera dei deputati) comprende in particolare il Sinai, regione instabile alla frontiera con Israele e la striscia di Gaza, che ospita anche vasti complessi turistici in piena crisi, come Sharm el-Sheikh. I governatorati dell’Alto e Medio Egitto a forte popolazione cristiana copta, come Minya o Qena, sono inoltre chiamati alle urne in un clima segnato negli ultimi mesi da molteplici tensioni con la popolazione musulmana.
Ex sostenitori del deposto presidente Hosni Mubarak, forti delle loro reti locali, potrebbero anche tentare di farsi eleggere in zone rurali del Delta o della Valle del Nilo. Un ballottaggio è previsto la settimana prossima per un terzo dei deputati eletti a scrutinio uninominale, mentre gli altri sono eletti su un turno unico a scrutinio proporzionale.
Le elezioni sono cominciate il 28 novembre, in particolare nelle due più grandi città del Paese, Il Cairo e Alessandria. I risultati registrati finora nei primi due terzi del Paese si traducono con una sovranità senza appello degli islamisti, che raccolgono circa il 65 per cento dei voti tenendo presente ogni tendenza. Fra loro i Fratelli musulmani, prima forza politica, che hanno ottenuto più del 36 per cento delle preferenze. Sono seguiti dai salafiti, fondamentalisti la cui affermazione rappresenta la grande sorpresa delle elezioni.
I risultati hanno rilanciato i timori dei partiti liberali egiziani, oltre che in seno alla Comunità cristiana. L’elezione dei deputati sarà seguita dal 29 gennaio da quella dei senatori.
Il futuro Parlamento egiziano sarà incaricato di designare una commissione che redigerà una nuova costituzione. L’esercito, che ha assunto il potere alla caduta del presidente Mubarak in febbraio, deve lasciare le redini del Paese a un potere civile dopo un’elezione presidenziale prevista prima della fine di giugno.
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