A quattro giorni dal voto che decidera’ il primo successore scelto democraticamente dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, sembra nuovamente in salita la strada per eleggere l’assemblea costituente che dovra’ riscrivere la Costituzione. Quella in vigore con Mubarak e’ stata sospesa il giorno stesso delle sue dimissioni lo scorso febbraio.
Congelata una prima volta dalla magistratura che ha accolto i ricorsi di coloro che hanno giudicato la prima versione della costituente troppo filo-Islam, il Parlamento in seduta comune oggi ci ha riprovato, alla luce di un accordo fra le forze politiche che riduce la fetta dei 100 ‘padri costituenti’ attribuita ai partiti, ampliando la presenza di minoranze religiose, societa’ civile, donne e giovani.
L’accordo raggiunto in extremis per evitare l’ultimatum posto dal Consiglio militare che aveva minacciato di procedere da solo nel caso in cui i partiti non avessero trovato un’intesa ha, pero’, cominciato a vacillare prima ancora che si aprissero le votazioni in Parlamento.
Uno schieramento di partiti liberali, fra i quali gli Egiziani liberi del tycoon copto Naguib Sawiris e socialisti, ha deciso di boicottare l’assemblea sostenendo che nella quota a loro attribuita sono stati conteggiati anche i seggi da assegnare ad al Azhar e alla chiesa copta.
Fra i 1.310 candidati in lizza per i cento posti anche quattro candidati usciti sconfitti al primo turno delle presidenziali: Amr Mussa, il filo islamico moderato Abdel Moneim Abul Fouth, il nasseriano Hamdin Sabbahi e l’indipendente Selim el Awa.
La difficolta’ di nominare un’assemblea costituente per la contrapposizione frontale fra forze laiche e liberali e movimenti pro-Islam, testimonia la polarizzazione crescente della societa’ egiziana e al tempo stesso fa segnare il passo alla transizione verso un governo civile che dovrebbe scattare con l’insediamento del nuovo presidente entro fine giugno. I suoi poteri, infatti, non sono ancora stati definiti.
Nella dichiarazione costituzionale approvata con un referendum lo scorso marzo il mandato del presidente figura solo in quattro articoli e nessuno di loro ne definisce i poteri soprattutto in rapporto agli altri poteri dello stato.
Le tappe di avvicinamento al ballottaggio presidenziale sono scandite da altri appuntamenti chiave come quello, questo giovedi’, dell’udienza della Corte costutizionale: si tratta di deliberare sulla validita’ della legge che tiene lontano dalla vita politica gli esponenti dell’ex regime e che di fatto annullerebbe la corsa dell’ultimo premier sotto Mubarak, Ahmad Shafiq, e anche la legge elettorale con la quale e’ stato eletto il Parlamento. In molti dicono che la corte non decidera’ nulla alla vigilia di un appuntamento decisivo come le presidenziali, ma i pronostici in Egitto sono sempre molto difficili.
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