La tenuta del Movimento 5 Stelle dopo la batosta alle regionali e le parole di fuoco di Alessandro Di Battista è a rischio tanto che il 54,4% degli italiani non esclude una scissione dei pentastellati. Ad escluderla è invece il 36,8% mentre l’8,8% preferisce non esprimersi. Sono questi alcuni dei dati del sondaggio settimanale realizzato tra il 23 e 24 settembre da Termometro Politico per la trasmissione di La7, Coffee Break.
Dopo la tornata elettorale del 20 e 21 settembre che ha visto la vittoria dei sì al Referendum e un pareggio tra centrosinistra e centrodestra alle Regionali, sono in molti a chiedersi quale sia ora lo stato di salute del governo Conte. Per il 35,1% il risultato delle urne ha reso più forte l’esecutivo, per il 24,5% più debole mentre per il 39,4% non è cambiato nulla.
Un piccolo effetto post voto si ha avuto sul livello di fiducia del premier. Esso è cresciuto di poco (+0,8%) rispetto alla rilevazione pre elezioni attestandosi al 42,2%. Rimane comunque maggioritaria la percentuale di persone che non ha fiducia nel capo del governo (57,1%).
Il risultato di Referendum e Regionali ha però avuto un impatto sulle intenzioni di voto nazionali. Rispetto alla rilevazione pre voto, la Lega perde quasi un punto percentuale scendendo al 26,5% ma rimanendo comunque la prima forza politica del Paese. Pd e Movimento 5 Stelle crescono rispettivamente al 21% e al 14,8%. Nonostante il buon risultato alle Regionali, Fratelli d’Italia scivola dietro i pentastellati al 14,4% mentre Forza Italia flette al 5,5%. Azione di Calenda è stabile al 3,3% mentre La Sinistra agguanta il 3% superando Italia Viva di poco sotto al 2,9%. +Europa e Italexit di Paragone si equivalgono (1,7%). Chiudono Verdi (1,4%), Partito Comunista (1%) e altri partiti (2,8%).
Nell’ultima domanda è stato chiesto quali sono oggi le riforme più urgenti da attuare in Italia. Il 31,7% indica come prioritaria la riforma della Legge Elettorale, probabilmente a seguito del risultato del referendum. Segue l’accettazione del MES (21,7%) e infine la modifica del Decreto Sicurezza di Salvini (8,7%). C’è anche un 37,5% secondo cui sono altre le riforme importanti da attuare.