Anche il Governo italiano ha la sua lista di ‘paradisi fiscali’. Ma che cos’è innanzitutto un ‘paradiso fiscale’? Si tratta di uno stato che garantisce un prelievo minimo, a volte anche inesistente, in termine di tasse sui depositi bancari. E chi deposita i propri capitali in questi ‘paradisi’ cerca un rifugio che permette di evitare la tassazione sui redditi.
Dal 2002 anche l’Ecuador faceva parte di questo elenco. Il motivo di quell’ingresso, 14 anni fa, fu dovuto a una legge del Paese sudamericano di ‘zona franca’ che però aveva come data d’ingresso il 1991. Quella disposizione in seguito fu cambiata e il Governo dell’Ecuador disse allora che non esistevano più i presupposti per far parte di quella lista. Motivazioni che però hanno avuto bisogno di anni per essere accolte dall’Italia, ma finalmente, lunedì scorso, è arrivata la comunicazione, da parte dell’Ambasciata dell’Ecuador a Roma.
Il cambio, molto importante, delle relazioni tra Italia e Ecuador in materia fiscale, è dovuto anche al fatto che è stato preparato un ‘Protocollo Modificato’ che comporta una specie di interscambio tra le due nazioni in materia fiscale. Una maniera per combattere, ancora più in profondità, l’evasione fiscale, un modo per far sì che sia da una parte che dall’altra, italiani ed ecuadoriani (ma forse più i primi…) non trovino la maniera di evadere, vizio che, almeno in Italia, è particolarmente conosciuto e apprezzato. Il ‘Protocollo’ ancora non è stato firmato, ma l’entrata in vigore dell’accordo dovrebbe essere solo questione di poco tempo.
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