“A Roma giochi pericolosi. Le Olimpiadi sono la manna dei ladri. La nostra disastrata e indebitata capitale non sa nemmeno garantire i servizi essenziali. È folle chiederle di organizzare l’evento: tra investimenti e appalti chissà quante ruberie” (Vittorio Feltri in prima pagina, “Libero”, 10 giugno 2016).
Ho scelto di citare Vittorio Feltri sia perché è uno che non le manda a dire, sia – ovviamente – perché concordo pienamente con quanto scrive. Come lui ha fatto, preciso anche io, sempre citandolo: “Viva lo sport. Nulla contro la manifestazione in sé, della quale non ci perderemo una gara. Seguiremo in tv perfino il lancio del giavellotto e il tiro al piattello. Ma qui i conti non tornano. Diciamolo: l’Italia non è all’altezza”.
È infinito l’elenco degli sprechi e del malaffare legato all’organizzazione di grandi eventi, Feltri pubblica come documento la fotografia di un impianto sportivo che doveva essere pronto per i mondiali di nuoto nel 2009 a Roma ed oggi è ancora così, incompiuto.
Aggiungo che, come ha fatto notare la candidata a sindaco di Roma Virginia Raggi, nella capitale ci sono ben altre, gravi e drammatiche, priorità. A parte il deficit devastante da non appesantire con costi inutili, dico le prime due che mi vengono in mente: vorremmo accogliere i campioni, gli sportivi e i turisti di tutto il mondo con le buche in ogni strada e la città invasa dall’immondizia?
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