E’ pronto il primo catalogo completo delle proteine dell’uomo: il risultato, confrontabile per importanza alla pubblicazione della sequenza del genoma umano, ha individuato le proteine, i ‘libri’ che compongono la ‘libreria’ genetica, prodotte da 17.294 geni (l’84% del totale). Il catalogo e’ il frutto del lavoro di due gruppi di ricerca distinti, il primo coordinato dall’Universita’ Johns Hopkins di Baltimora e il secondo dall’Universita’ di Tecnologia di Monaco, il cui lavoro e’ stato pubblicato su Nature.
"Si puo’ pensare al corpo umano – ha spiegato Akhilesh Pandey, uno dei responsabili del lavoro statunitense – come una grande biblioteca dove ogni proteina e’ un libro. La difficolta’ e’ che non abbiamo un catalogo completo che ci da’ i titoli dei libri disponibili e dove trovarli. Ora abbiamo una buona prima bozza di questo catalogo completo".
Mentre i geni contengono le ‘istruzioni’ per il funzionamento della cellula, in particolare per la ‘costruzione’ delle proteine, le proteine sono le ‘operaie specializzate’ che eseguono il lavoro. Per questo motivo il catalogo completo delle proteine umane, e soprattutto la loro posizione all’interno del corpo umano, rappresenta un riferimento ancora piu’ importante rispetto a genoma. Cataloghi delle proteine erano stati fatti finora solo in contesti molto specifici, ad esempio in relazione a singole malattie, questi due lavori permettono ora di conoscere la distribuzione di quasi tutte le proteine a seconda del tipo di tessuto considerato.
Entrambi i cataloghi saranno infatti liberamente accessibili dall’intera comunita’ scientifica e potranno essere ulteriormente ampliati da nuove ricerche. I dati sono stati ottenuti ‘mappando’ le proteine presenti in ben 20 diversi tipi di tessuto umano e identificando piu’ di 17 mila proteine.
Per farlo i ricercatori hanno estratto i contenuti delle cellule e usato degli speciali enzimi capaci di fare a piccoli ‘pezzi’ le proteine. Utilizzando alcuni speciali marcatori e’ stato poi possibile riconoscere le singole componenti di ogni proteina e misurare la loro abbondanza in ogni tipo di cellula. Il metodo ha inoltre permesso di identificare 193 proteine finora sconosciute e provenienti dal cosiddetto Dna spazzatura, ossia parti che non producono proteine.
"E’ stata – ha commentato Pandey – la parte piu’ emozionante di tutto il lavoro. Il fatto che provengano da sequenza di Dna ritenuto non codificante significa che non sappiamo ancora capire pienamente come venga ‘letto’ il Dna".
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