Virginia Raggi è la testimonial naturale, la rappresentante più autentica del fanatismo monocratico e fondamentalista ideato e portato avanti dal duo Casaleggio-Grillo. Se a Roberto Casaleggio è stato possibile attribuire una intelligenza acuta nella personalissima visione del futuro, dell’istrione Grillo si temevano le smargiassate e la pesante satira politica. Non se n’era previsto il successo di pubblico nonché di elettori. Ma tant’e’. Il Paese sembra impazzito. Affidare il proprio destino a un pifferaio magico che millanta soluzioni miracolose. Mah!
Scomparso il motore propulsivo di un’idea di macchina futuribile, è rimasto soltanto il telaio di una carrozzeria molto appariscente e poco solida.
Le elezioni amministrative, con il tamtam dei media sull’onestà onestà scandito a nocumento dei partiti tradizionali, hanno regalato a due ragazze di bell’aspetto ma di poca esperienza sul campo, l’onore e l’onere di governare Torino e Roma, con la benedizione del capo e padrone rimasto a gestire a modo suo l’azienda. Se nella Torino della lunga amministrazione Fassino governare è facile, non si può dire altrettanto di Roma, con i suoi vizi “capitali”. Virginia Raggi appare da subito caratterialmente caparbia, ma politicamente confusa.
I romani sono serviti. Il buongiorno si vede dal mattino. Non basta l’onestà a garantire il cambiamento se mancano capacità ed esperienza. Ed ecco l’ultima prodezza della sindaca pentastellata e teleguidata.
Le Olimpiadi a Roma? Questo matrimonio non s’ha da fare, ripete come un mantra, snobbando le personalità di prestigio che fino all’ultimo chiedono di incontrarla e non disperano di poter argomentare sulle ragioni del sì. Lei vale di più, lei conta di più. Lei può permettersi di essere arrogante e maleducata. Perché i suoi elettori la vogliono così: arrogante e maleducata. Roma si qualifica per la sua Grande Bellezza, quella dei nostri giorni: una città pattumiera, che nessuno sa né vuole ripulire della sua tanta sporcizia, fisica e morale.
Siamo in tempo per scongiurare il pericolo di altri errori di prospettiva. Andiamo a votare pensando a quello che è bene per l Italia… e ci guadagneremo anche noi italiani.
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