Sabato 9 gennaio si è svolto a Zurigo lo spettacolo televisivo «Swiss Award 2015» per la premiazione degli svizzeri dell’anno nelle sei categorie: politica, economia, cultura, spettacolo, società e sport (in quest’ultima categoria i vincitori erano già stati premiati in un’altra manifestazione apposita), l’assegnazione di un premio alla carriera e la scelta dello «svizzero dell’anno 2015», eletto dai telespettatori tra tutti i 18 nominati.
Nella rosa delle personalità di spicco proposte dai media e selezionate da una giuria di alto livello per l’assegnazione dei prestigiosi riconoscimenti, alcune di esse già dal nome lasciavano facilmente intuire l’origine italiana. La loro partecipazione a un concorso di eccellenze in svariati campi indicano bene l’alto grado d’integrazione raggiunto dalla collettività italiana con un passato migratorio nella società svizzera a tutti i livelli.
L’economista e giornalista Bruno Giussani, ticinese figlio di immigrati italiani, è stato premiato quale svizzero dell’anno nel campo dell’economia per il suo contributo alla diffusione delle idee attraverso la piattaforma TED (Technology, Entertainment and Design) che dirige da diversi anni. Ha voluto dedicare il premio, oltre che ai genitori, ai ticinesi e ai suoi collaboratori, «a tutti gli immigrati e ai figli e figlie di questi immigrati, quale sono io, che sono venuti dall’Italia per contribuire alla costruzione di questo Paese meraviglioso che è la Svizzera.
Tra i candidati, anche se non tra i premiati, era presente alla consegna degli Swiss Awards un altro eccellente «secondo», figlio di immigrati italiani, Lino Guzzella, scienziato e presidente del Politecnico federale di Zurigo, una delle università più prestigiose del mondo.
Tra i nominati non premiati c’era anche un’altra personalità di spicco con un po’ di sangue italiano nelle vene, l’ambasciatrice Heidi Tagliavini, figlia di madre svizzera e padre di origine italiana. L’ambasciatrice Tagliavini, abile negoziatrice con ottime referenze a livello mondiale, è stata fra l’altro tra i protagonisti delle trattative di Minsk per una tregua in Ucraina.
Va infine ricordato l’attore Bruno Ganz, figlio di un operaio svizzero e di madre italiana, a cui è stato assegnato il premio alla carriera. Molto noto anche in Italia, gli era stato assegnato nel 2000 il Premio Donatello come miglior attore protagonista nel film «Pane e tulipani».
Per la cronaca, è giusto ricordare che il riconoscimento più ambito di svizzero dell’anno 2015 è andato al rocker bernese Polo Hofer, molto noto soprattutto nella Svizzera tedesca.
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