Quello che fa più paura è che un prete come Bagnasco potrebbe diventare un domani Pontefice. Non perché non sia un uomo pio o un bravo organizzatore di incontri fra cattolici, ma semplicemente perché non parla da prete, ma esclusivamente da politico incallito rampante. Questo fustigatore dei costumi italiani, essendo Presidente della Conferenza Episcopale italiana, cioè: capo dei vescovi italiani, infatti, non è il classico sacerdote che insegna il Catechismo tramite le parabole, la vita di Cristo, la storia del cristianesimo, facendo riferimento alla salvezza dell’anima nella vita trascendentale, ma dal suo pulpito in Chiesa durante una Sacra Celebrazione, le sue omelie sono interamente dedicate alla crisi economica nazionale ed all’impegno di tutti gli italiani per risalire la china. In pratica, invece di parlare dei peccati veniali e mortali derivanti dalle poche preghiere che i fedeli pronunciano, egli parla di “crisi del sistema” che non può essere affrontata facilmente, se non unendo le forze delle famiglie, dei giovani, degli adulti e pensionati, formando, magari, un nuovo partito (quello enunciato e proposto a Todi) per contrattaccare le forze malefiche, individuate in particolar modo in alcuni uomini politici.
Neanche il Don Camillo guareschiano era arrivato a tanto. Aveva strenuamente difeso l’operato dell’Azione Cattolica contro Peppone ed i suoi attivisti del PCI, ma bisogna pensare che negli anni del dopoguerra, nelle cascine dell’Emilia Romagna erano nascosti carri armati, cannoni e fucili, pronti alla sollevazione popolare del Sol dell’avvenir! Don Camillo si limitava a dire: “Attenzione nella cabina di voto, Stalin non vi vede, ma Dio… sì!”. Allora, insomma, i sovietici erano scomunicati, in quanto materialisti negatori di Cristo ed assassini di preti. Ora è diverso: siccome i cattolici sono per il volontariato attivo, per le missioni in terra d’Africa, per il multiculturalismo, per l’integrazione di qualunque richiedente, per l’ambientalismo, essendo anche animalisti, e siccome questi sono temi fortemente utilizzati a sinistra, per la proprietà transitiva, tutti si sentono uniti in un sincretismo politico-culturale dell’ammasso d’idee.
La cosa grave è che in questo imbuto teologico siano caduti proprio coloro i quali dovrebbero difendere la diversità concettuale delle finalità dello Stato con quelle della Chiesa! Per lo Stato, per esempio, l’attività di sostegno ai più poveri è un giusto e doveroso fine, invece per la Chiesa è un mezzo per guadagnarsi il Paradiso! Quando Cristo ha affermato “date a Cesare, ciò che è di Cesare” fu estremamente chiaro e lapidario: “Pagate le tasse richieste da Cesare!”. Non ha detto: preparate uno sciopero generale con blocco stradale ed organizzate un “Partitus democraticus” da opporre a Cesare! Questo cercano di far credere alcuni preti impegnati. D’altra parte Cristo ha anche detto: date a Dio ciò che è di Dio!” andando nel Tempio e rovesciando tutte le bancarelle, inveendo contro i commercianti che avevano allestito un mercato per vendere mercanzie varie. Domando: quanti commercianti ci sono nella Chiesa di oggi, magari ricoperti da paramenti sacri purpurei, che dal pulpito-bancarella brandiscono la croce come una clava per realizzare fini demagogici populisti, che sono tutt’altro che mistici e trascendentali?Meno male che Papa Ratzinger c’è! Oggi! Ma domani?
Discussione su questo articolo