Mentre il governo gialloverde ha a che fare con l’Europa e con il proprio fragile equilibrio, a sinistra il Pd è nel caos più totale. Ma questa non è una novità. I dem sono ancora alla ricerca del proprio leader, sempre che ne esista uno da quelle parti.
Gli ultimi rumors parlano di un Matteo Renzi pronto a lasciare il Pd per farsi un partito tutto suo. Ma l’ufficio stampa dell’ex premier smentisce: “Ciò che scrive l’Huffington post in riferimento al presunto nuovo movimento di Matteo Renzi è privo di fondamento”. Vedremo. Di solito una smentita in politica è una conferma.
Certo è che Renzi va avanti nella sua opposizione al Salvimaio. “Io non mollo di un centimetro la mia battaglia contro i cialtroni che stanno mandando l’Italia in recessione”, sottolinea su Facebook e poi aggiunge: “Ma non chiedetemi di stare dietro alle divisioni del Pd perche’ non le capisco, non le condivido, non mi appartengono”.
Il Matteo toscano si è stufato delle polemiche tutte interne al Pd e c’è da capirlo. Nonostante le smentite, nel Pd qualcuno si preoccupa, adesso. Ora che le voci raccontano, appunto, di un Renzi pronto a correre per conto suo, con una squadra nuova e sotto un nuovo simbolo di partito.
Graziano Delrio, Capogruppo del Pd alla Camera, commenta: “Se Renzi dovesse scegliere di lasciare il Pd sarebbe una grave frattura sentimentale perche’ e’ stato un pezzo importante del Partito Democratico in questi anni e credo pure della storia di questo Paese”.
Intanto Marco Minniti si è ritirato dalla corsa alle primarie Pd, “un gesto d’amore verso il partito” ha definito la propria scelta, “per evitare scissioni”. Sarà. Certo è che la decisioni di Minniti, visto da tutti come il candidato di Renzi, non fa altro che confermare i rumors che circolano per certi palazzi romani: l’ex sindaco di Firenze si prepara a una nuova avventura e vuole i suoi con sé e tra i suoi c’è Marco Minniti. Sarà davvero così? Lo scopriremo presto.
Da parte nostra, con l’umiltà e la modestia che ci contraddistingue, suggeriamo a Matteo Renzi di fare chiarezza prima possibile, prima con se stesso e poi con gli elettori. Si decida, una buona volta: lasci il Pd, un apparato elefantiaco che puzza di vecchio e che gli ha sempre fatto la guerra, e si lanci verso una nuova avventura politica portando con sé i suoi uomini e le sue donne migliori, oltre alla propria energia, intelligenza, freschezza. E lo faccia in fretta. Nonostante le cadute rovinose del passato, oggi è ancora lui – e questo la dice tutta – l’unica voce possibile per una sinistra forte, credibile, autorevole, con lo sguardo puntato al domani.