“Una gioiosa macchina da guerra”. La battuta è attribuita ad Achille Occhetto, allora segretario del Partito democratico della sinistra – erede del Pci – che nel 1994 aveva tutti i numeri per battere Berlusconi alla prima elezione e invece per essere stato così presuntuoso aprì le porte all’imprenditore che poi è stato per vent’anni protagonista della politica italiana. Ma questo c’entra poco con le nostre elezioni di Comites e ci serve solo per riscattare quella battuta, quella immagine della allegra macchina da guerra. Così potrebbe essere definita la struttura del MAIE che questo fine di settimana ha constatato con i numeri sul tavolo che è l’unico progetto – anche politico – di comunità che viene proposto agli italiani e ai loro discendenti in Argentina e sicuramente in molti altri paesi di forte presenza italiana.
MERLO: "ITALIANI ALL’ESTERO CON NOI, VOTO COMITES PARLA CHIARO"
La gioiosa macchina elettorale messa su dall’on. Ricardo Merlo, fondatore, presidente e leader del movimento, ha strapazzato qualsiasi velleità delle liste che si sono presentate nelle nove circoscrizioni consolari italiane in Argentina. Successi di fila, con percentuali altissime. Ma è chiaro che dopo dieci anni di presenza costante al più alto livello della collettività, Merlo ha dimostrato che non è solo un buon organizzatore di liste e di campagne elettorali, ma uno stratega che guarda lontano e che, come ha manifestato, sta portando avanti il progetto che apprese da Luigi Pallaro vent’anni fa.
ITALIANI ALL’ESTERO PREMIANO IL LAVORO DEL MAIE
Il successo del MAIE quindi è il successo di un progetto, l’unico oggi all’orizzonte, di comunità italiana all’estero. Un progetto che è stato abbracciato anche in altri paesi e che ha la sua forza nelle associazioni di volontariato fondate dagli emigrati italiani che sono una realtà forte e determinante in Argentina, ma anche in altri paesi, come quelli dell’America Latina. Un successo che ha alla base una presenza capillare nel territorio, con candidati che, in genere, sono rappresentativi delle comunità dalle quali hanno ricevuto la fiducia. Un mix di esperienza e gioventù, amalgamato dal comune legame alle associazioni.
IL COORDINATORE MAIE USA ELETTO NEL COMITES DI NEW YORK
Una elezione che ha visto la conferma o comunque buone elezioni di tutti i presidenti uscenti, ad eccezione di quelli di Lomas de Zamora e di Cordoba che non si sono ricandidati. E che ha confermato la forza dei dirigenti del MAIE, visto che tutti i coordinatori sono quelli che hanno raccolto il più alto numero di preferenze: Gazzola, coordinatore nazionale, a Rosario; Signorini, coordinatore di Buenos Aires, il più votato; Rucci a La Plata il più votato, nella doppia veste di presidente uscente e di coordinatore MAIE nella circoscrizione; Carrara a Mar del Plata il più votato dietro al presidente uscente Raffaele Vitiello e al consigliere del Cgie Adriano Toniut; e così via.
MERLO, "ORA SVEGLIAMO ROMA: GLI ITALIANI ALL’ESTERO NON VANNO ABBANDONATI!"
Il voto mette in evidenza inoltre la scarsa portata elettorale di certi politici in congedo e di comunicatori scandalistici che da tempo dedicano ore e ore delle domeniche a denigrare dirigenti che hanno continuato a fare il loro lavoro senza curarsi di offese e falsità. Avremo occasione di tornare sulla questione e sul significato dei risultati.
Sembra necessaria però una ulteriore riflessione sul sistema che è stato implementato per queste elezioni, ora alla luce dei risultati. Diciamo subito che il successo dei vincitori non può essere messo in sordina a causa del numero ridotto di cittadini che hanno votato. Perché il sistema è stato implementato in poco tempo. Perché è mancata quasi completamente una campagna informativa sulle nuove modalità. Perché la struttura consolare non ha retto l’impatto della nuova modalità, o almeno non in tutte le sedi. Migliaia di cittadini che avrebbero voluto votare, non sono stati iscritti. Migliaia di cittadini che si erano iscritti non hanno ricevuto il plico. Migliaia di cittadini che hanno votato, hanno avuto il loro voto annullato. Non la maggioranza ma tanti.
S si confrontano il numero degli iscritti all’anagrafe, il numero degli iscritti abilitati a votare e il numero dei voti validi, si vede chiaramente che qualcosa non ha funzionato col nuovo sistema. Perché non ha senso che una persona che manifesta interesse a votare, poi non vota o vota in modo tale da far annullare il proprio voto. A Morón, per fare un esempio, la metà degli iscritti a votare (2.262 su 5.595) o non ha votato o ha visto il suo voto annullato. A La Plata sono stati 4.783 su 8.762. A Buenos Aires 6.327 su 14.799. O ben 1500 voti nulli o scheda bianca, su 10.054 voti espressi, cioè il 15%.
Il prossimo 28 aprile alla Farnesina il sottosegretario Mario Giro incontrerà i parlamentari eletti all’estero per fare il punto su come sono andate le elezioni con il nuovo sistema dell’inversione dell’opzione. Si vorrebbe utilizzare questo sistema anche per le elezioni politiche, ma è chiaro che in assenza di una seria campagna informativa – e dei fondi necessari per farla – le percentuali di votanti saranno molto ridotte. Non sarebbe giusto nei confronti degli italiani all’estero.
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