Cannabis, cocaina e eroina? Anche ma non solo. La morte del ragazzo di 16 anni in una discoteca di Riccione ha acceso ancora una volta i riflettori sul consumo di sostanze stupefacenti da parte dei minori aprendo scenari inediti e inquietanti. Se infatti le vecchie droghe sono comunque dure a morire – soprattutto la cocaina, sempre la più amata dagli italiani di ogni età e classe sociale, meno l’eroina che sta riemergendo comunque dal dimenticatoio in cui era stata relegata nei primi anni 2000, mentre per quel che riguarda la cannabis si parla di legalizzazione – ciò che sembra far presa soprattutto sui più giovani è il ‘sintetico’.
Parola d’ordine dei ragazzi che vanno in discoteca è ‘sballo’, non importa come, non importa grazie a chi o cosa. Ecstasy, Mdma, Ghb (detta anche ‘droga dello stupro’) e ogni tipo di pasticche spesso ingerite anche inconsapevolmente, tra fiumi di alcol. Sostanze facilmente reperibili nei locali notturni e con costi relativamente bassi, su cui e’ difficile intervenire anche – nonostante le campagne di prevenzione di Governo e enti locali, dentro e fuori le scuole – dal momento che non sempre la causa della loro assunzione e’ il disagio sociale, le difficolta’ economiche o i problemi a scuola o in famiglia.
Secondo alcuni studi infatti, la causa del fenomeno e’ da ricercarsi nella pura e semplice ricerca dello sballo, del divertimento piu’ sfrenato o dell’emozione estrema che l’alcol da solo non e’ piu’ in grado di garantire. Ma soprattutto, nella paura comune tra molti adolescenti, di essere esclusi o di esser considerati ‘sfigati’ dal resto del gruppo.
Figlie del disagio sociale sono invece quelle sostanze low cost e ‘home made’, tipiche dell’Europa dell’est che tuttavia ancora non si sono affacciate nel nostro Paese. Tra tutte il cosiddetto Krokodil. Mix letale di sostanze (codeina, detersivi, olio, benzina e iodio) facilmente reperibili che provoca la formazione di grosse piaghe e squame sulla pelle (da cui il nome di "coccodrillo") e lo scioglimento delle ossa. Nei casi piu’ gravi bisogna amputare gli arti colpiti, mentre l’aspettativa di vita per i tossicodipendenti e’ bassissima: da 1 a 3 anni.
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